Venerdì, 10 maggio

Previsioni crollo in borsa del 30%, cosa c’è di vero e come correre ai ripari

C’è un personaggio che agita i mercati azionari e che destabilizza gli investitori. È John Hussman, ex professore di economia e attuale presidente dell’Hussman Investment Trust. Sembra voglia rovinare la festa a chi guarda ai livelli record dei titoli azionari come ad un nuovo periodo di forte ripresa. Eppure non è nuovo a previsioni incredibilmente precise.

La rosea situazione dei titoli oggi e le previsioni di crollo di Hussman

Siamo sull’orlo di un precipizio, o, come dice Hussman, siamo a bordo di un treno che sfreccia a tutta velocità senza controllo. Eppure il paesaggio da qui sembra idilliaco. L’indice S&P500 è di nuovo ad un passo dal livello più alto di sempre. Le previsioni dei più raccontano di un lungo periodo di forti apprezzamenti, dopo il rimbalzo del crollo del 24 dicembre 2018.

Hussman però non ci sta e guarda al rialzo dei titoli come ad un segnale troppo ottimistico, addirittura falsato, basato sull’esuberanza irrazionale e l’eccessiva sicurezza del mercato di fronte ad una ripresa momentanea.

Il rischio di chiusura del ciclo solitamente emerge in modo da essere completamente ignorato dagli investitori nelle fasi in cui il mercato segna un picco”, ha scritto in un recente post sul blog del suo fondo. “Dopo i gloriosi rialzi di metà ciclo gli investitori rimangono vulnerabili nei confronti di una possibile catastrofe, perché si mostrano sdegnati verso chiunque suggerisca la possibilità che ci sia un abisso dall’altro lato della montagna.

La sua previsione? Entro il 2019 i titoli perderanno il 30% del loro valore, l’indice S&P 500 perderà un ulteriore 50% nella fase discendente del ciclo e il mercato perderà il 65% del suo valore nominale. Non solo. Gli utili generati dall’indice per i prossimi 12 mesi saranno ridotti a zero.

 


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Ha poi aggiunto: “Più che una previsione, questo è un argomento fondato. Una perdita del 65%, purtroppo, rappresenterebbe in questo momento un normale completamento del ciclo rispetto alle attuali valutazioni estremamente eccessive.”

Le speculazioni degli investitori puntano, di fronte a previsioni pessimistiche, alla normalizzazione delle valutazioni, andando a gonfiare ulteriormente il mercato. Il problema è che più si è in alto, più la caduta sarà dolorosa.

Hussman ha poi aggiunto: “Poiché i mercati finanziari e l’economia si trovano in questa fase tardiva del ciclo, la mia sensazione è che, come nel 1929, rischino di far finire questo treno dritto nel precipizio.

I titoli azionari secondo Hussman

I titoli azionari, secondo Hussman, oggi sono sopravvalutati più di quanto non lo fossero nel 1929 e nel 2000, prima delle grandi crisi economiche mondiali. Fonte: Hussman Funds

Le previsioni di Hussman nel 2000 e nel 2007

Potrebbe essere anche quella di Hussman una speculazione? Perché, di fronte all’evidenza rialzista, lui continua a sostenere una tesi che sembra confutata dai numeri?

Era già successo prima delle più intense crisi economiche che la nostra generazione abbia mai vissuto.

  • Nel marzo 2000 ha previsto che i titoli tecnologici avrebbero perso l’83% del loro valore. L’indice Nasdaq 100, fortemente sbilanciato sui titoli di società tecnologiche, è sceso tra il 2000 e il 2002 della percentuale “improbabilmente precisa” dell’83%.
  • Nel 2000  ha previsto che l’indice S&P 500 avrebbe avuto un andamento di segno negativo nei dieci anni successivi, cosa che è successa davvero.
  • Nell’aprile 2007 ha previsto la possibilità che l’indice S&P 500 arretrasse ulteriormente del 40% e nella fase ribassista successiva, tra il 2007 e il 2009, l’indice ha superato le più nere previsioni e ha perso addirittura il 55%.

Di fronte a questo le sue parole non possono più essere prese sottogamba e ogni investitore dovrebbe perlomeno aggiustare il tiro dei propri investimenti, per contenere i danni e, se possibile, continuare a realizzare degli utili.

Come proteggere il capitale prima che sia troppo tardi

Ormai dovreste saperlo: cos’è che, al precipitare dei titoli azionari, inizia un percorso inverso, rialzista o quantomeno stabile? L’oro fisico.

Investire in oro è una scelta protettiva. Quando ogni investimento diventa un rischio, l’oro resta un’ancora di salvezza, garantisce una buona rendita, sicura nel medio-lungo periodo, una soluzione eccellente e lungimirante.

 


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Idee di investimento e prospettive nel mondo dell’oro fisico

 

L’oro è un bene rifugio da sempre, un asset di tutela del patrimonio: significa che, a differenza di molti titoli, per quanto il suo valore non si annulla, perché è un bene fisico. In un contesto fluttuante e ribassista come si prospetta quello del 2019, avere una parte del patrimonio investita in oro fisico, lingotti o conto in oro, contiene le perdite e, paradossalmente, garantisce un certo guadagno.

Quando è il momento di investire in oro? Oggi. Sempre. È possibile, in caso di grandi capitali, acquistare quando il prezzo scende leggermente per avere il massimo profitto sul medio periodo, visto che l’oro ha comunque una tendenza rialzista. È sempre il momento giusto in caso di medi e piccoli capitali, per metterli al riparo dalle fluttuazioni di mercato.

Dal 2001 l’oro ha di media avuto un rendimento medio annuo del 9%. Nel dubbio, che è decisamente fondato, meglio mettersi al riparo.

ORONews rubrica economica di Orovilla