Come mai l’oro è stato sempre così prezioso e continua ad essere un metallo pregiato, indipendentemente dalle epoche storiche e dai Paesi del mondo in cui ci si trova? La risposta è nell’essenza stessa dell’oro e nella sua funzione fondamentale, svolta nel passato proprio come oggi.
L’oro è stato impiegato come una vera e propria riserva monetaria perché ha svolto, e per molti aspetti continua a svolgere ancora oggi, la medesima funzione del denaro:
Il Gold Standard System (o monometallismo aureo) è stato fino al 1933 il regime monetario utilizzato con cui i governi fissavano il valore della moneta nazionale al valore dell’oro. Con tale sistema la conversione delle banconote era libera e immediata.
Ogni nazione fissava il prezzo dell’oro e legava le monete e banconote con corso legale a tale valore. Tale sistema permetteva di stampare tante banconote quanta era la quantità d’oro posseduta dallo stato. L’inflazione restava a livelli molto bassi.
Il Gold Exchange Standard compensava i difetti e le diseguaglianze del Gold Standard System.
Il Gold Exchange Standard è lo standard a cambio aureo utilizzato fino al 1971 attraverso il quale la convertibilità dei biglietti a corso legale, a un prezzo stabilito dai mercati, in valute estere che a loro volta erano convertibili in oro.
A partire dalla fine del Gold Standard le quotazioni dell’oro hanno visto risalite molto repentine soprattutto in concomitanza con crisi economiche, politiche e sociali, dalla crisi del 1973 (+90%) alla crisi del 2008 (+20%), dal crollo delle torri gemelle all’invasione dell’Afghanistan alla crisi innescata dalla pandemia (+20%). In ogni occasione l’oro è sempre stato l’asset che ha risposto meglio alla situazione.
Basilea III è un ulteriore punto di svolta nel mercato dell’oro, soprattutto per differenziare in modo definitivo l’oro fisico dall’oro finanziario o cartaceo.
Per garantire la stabilità degli istituti bancari l’oro fisico è stato dichiarato attività a RISCHIO ZERO. Le banche hanno ora l’obbligo di detenere una percentuale di liquidità (o oro fisico) a garanzia della vendita di oro finanziario, che è ritenuto attività ad alto rischio e ridotta liquidità, anche se si tratta (e si tratterà sempre) di un asset altamente solvibile.
“…grazie al suo stato privo di rischio (dell’oro fisico, ndr) potrebbe innescarsi una maggiore domanda da parte delle banche mentre le transazioni sull'oro "cartaceo" potrebbero rallentare. In definitiva, il dollaro e l'andamento dei rendimenti rimangono i fattori chiave per l'oro, ma l'opinione generale è che nel tempo e soprattutto quando il Regno Unito, uno dei più grandi centri commerciali mondiali per l'oro, adotterà verso la fine dell’anno le regole dettate da Basilea III potrebbe avere un impatto nettamente favorevole all’oro fisico e quindi sul prezzo.” (Carlo Vallotto - Basilea III possibile ripresa dell’oro)
Per tutte queste ragioni, l’oro è considerato come bene rifugio. Mentre le monete nazionali tendono ad avere oscillazioni per vari motivi e problematiche interne o internazionali, il valore dell’oro resta piuttosto stabile. E anche qualora subisca una flessione, è garantito che tornerà ad aumentare nel corso dei mesi successivi.
Non è un caso, quindi, che un quarto di tutto l’oro presente nel mondo sia conservato dai governi di tutto il pianeta, dalle banche centrali e dalle altre istituzioni ufficiali sotto forma di riserve monetarie internazionali.
E per il futuro?
Allo stato attuale, nessun elemento permette di mettere in discussione la capacità dell’oro di mantenere inalterato il suo valore nel corso del tempo.
IMMAGINE JPMORGAN
“L’oro è denaro. Tutto il resto è credito”. J.P. Morgan