Le prime monete d’oro Marengo, di purezza di 900/1000, furono coniate nel 1800 fino al 1815 dalla Repubblica Subalpina (l’odierno Piemonte) In onore della vittoria di Napoleone Bonaparte (di cui riportano l’effige), a Marengo contro l’esercito austriaco. Successivamente vennero coniate in diversi paesi europei fino al 1914 (1949 in Svizzera).
I Marenghi d’oro sono prodotti da investimento che, come le altre monete d’oro sono esenti IVA e rappresentano una valida diversificazione del portafoglio di investimento
Quando inizi a investire in monete d’oro, quando in generale ti interessi alle monete da investimento, ci sono due monete che sono punti di riferimento importanti: la Sterlina d’oro e il Marengo. Il Marengo d’oro è una moneta che non viene più prodotta dalle zecche europee e che ha per questo, a differenza della Sterlina d’oro bullion, anche un valore numismatico.
I Marenghi d’oro furono prodotti dal 1801 al 1914 circa con una purezza di 900/1000 e un contenuto d’oro che si aggira attorno ai 5,8 grammi. Il valore nominale è di 20 lire italiane, 20 franchi francesi o svizzeri, 20 corone, etc. a seconda della provenienza (Francia, Belgio, Svizzera, Grecia, Austria Ungheria, …). Nonostante sia stato prodotto in diversi paesi europei il diametro era fissato a 21 mm e lo spessore 1,3 mm. Le monete presentano un dritto e un rovescio differenti nei diversi paesi.
La battaglia di Marengo (località piemontese a pochi chilometri da Alessandria) è un momento fondamentale che ha segnato una svolta nella storia europea di inizio ‘800. Grazie alla vittoria di Napoleone Bonaparte nella campagna d’Italia, riuscì a consolidare il suo potere su gran parte delle Alpi.
Fino al 1815 venne coniato con l’effige di Napoleone Bonaparte, primo console della Repubblica Subalpina e successivamente come Imperatore dei Francesi. Alla morte di Napoleone e per tutto il XIX secolo la produzione di queste monete d’oro provenienti da diversi paesi, continuò mantenendo il nome 'Marengo'. Il nome “Marengo” divenne infatti d’uso quotidiano e utilizzato per indicare tutte le monete prodotte in Francia nel corso del XIX secolo.
L’Unione Monetaria Latina, una forma di moneta unica che ricorda molto quella attuale, nata nel 1865, coinvolse Francia, Belgio, Italia, Svizzera, Grecia e Impero Austro-Ungarico. Tutte le monete d’oro provenienti da questi paesi e caratterizzate dallo stesso valore nominale, stesso peso, stesso titolo e uguali dimensioni e stesso rapporto tra oro e argento presenti nella lega (stabilito a 15,5), mantennero di fatto lo stesso nome. In questo modo si facilitò la circolazione delle monete e gli scambi commerciali tra i diversi paesi.
Oggi il nome 'Marengo' indica la moneta d’oro da 20 Franchi francesi, svizzeri o belga, le 20 Lire italiane e le 20 Corone austriache prodotte dall’inizio del XIX secolo ai primi anni del XX secolo.
Con la fine dell’Unione monetaria nel 1927 il Marengo restò una moneta da investimento grazie alla sua alta percentuale in oro, ma anche uno straordinario pezzo da collezione per appassionati di numismatica.
Il Marengo svizzero venne coniato fra il 1871 ed il 1949. Sebbene il taglio da 20 franchi sia il più diffuso, si trovano anche monete da 10 e 100 franchi che rispettano gli stessi parametri di purezza e di rapporto tra oro e argento.
Gli esemplari coniati nell’anno 1871 e tra gli anni 1883 e 1896 vengono considerati come monete da collezione data la rarità. Di particolare interesse la cosiddetta moneta ‘Libertas’ coniata dalla zecca svizzera quando il paese apparteneva all’Istituzione Monetaria Latina. Sul dritto della moneta è presente il busto della Libertà e sul diadema è apposta la legenda “LIBERTAS”. Sullo sfondo vi è apposta la legenda “Confœderatio Helvetica”.
Sul rovescio della moneta invece è presente lo stemma di Stato svizzero sormontato da una stella, la data apposta sotto lo stemma, il tutto è circondato da una corona di ulivo e quercia.
Alcune di queste monete sono state prodotte con il cosidetto “Gondogold”, ossia l’oro di Gondo che veniva estratto dall’omonima miniera nel canton vallese, andata in disuso nel 1897 dopo essere stata utilizzata per molti secoli.
La moneta Vreneli, coniata tra il 1897 e il 1949, anche successivamente allo scioglimento dell’Unione Monetaria, presenta sul dritto un busto di donna (Vreneli o Verena, personificazione della Svizzera), con acconciatura da sposa, bavero decorato con edelweiss (stella alpina) e montagne svizzere sullo sfondo. In alto è presente la scritta “Helvetia”, mentre in basso è presente la firma dell’incisore F.Landry.
Sul rovescio invece è presente lo stemma di Stato svizzero posto su rami di quercia e contornato dalla legenda 20 Fr. In basso sono presenti data e segno di zecca.
La coniatura del Marengo d’oro italiano iniziò nel 1861, successivamente all’unità d'Italia ed assunse il nome di Marengo, con denominazione 20 lire, successivamente all’adesione dell’Italia all’Unione Monetaria Latina del 1865. I più importanti marenghi italiani sono quattro.
Vittorio Emanuele II - Questa moneta può presentare 3 diversi segni di zecca in quanto venne coniata a Roma (R), Torino (T) e Milano (M).
Umberto I - successiva al 1878. Tutte queste monete presentano il segno “R” della zecca in quanto vennero tutte coniate a Roma.
Vittorio Emanuele III - successiva al 1902 e considerata una delle più rare dai collezionisti. Come per la tipologia precedente tutte queste monete presentano il segno “R” della zecca in quanto furono tutte coniate a Roma.
Vittorio Emanuele III (Aratrice e Fascietto) - Nonostante possedesse valore legale, questa moneta non fu mai in circolazione ma venne coniata esclusivamente per i collezionisti che la acquistarono al prezzo di 80 lire (quattro volte il suo valore nominale).
Il Marengo francese è stato il primo ad essere coniato nel 1801. Le tipologie più rare sono le prime raffiguranti Napoleone Bonaparte prima console e poi imperatore. Il marengo francese rappresenta il parametro di riferimento per tutti i marenghi dell’Unione Monetaria.
Il Belgio ha iniziato a coniare monete d’oro considerabili come monete da investimento dal 1834, durante il regno di Leopoldo I. Il dritto di queste monete presenta il volto del sovrano rivolto verso destra mentre sul bordo è presente la legenda “Leopold Premier” a sinistra e “Roi des Belges” a destra.
Il rovescio invece presenta il valore della moneta (20 Francs) e l’anno circondato da una corona di foglie di quercia. Nelle monete coniate sotto li regno di Leopoldo II troviamo invece l’effige leonina della corona reale, sul bordo superiore è presente la scritta circolare “L’UNION FAIT LA FORCE” mentre su quello inferiore è presente il valore della moneta (20 FR.)
I Marenghi d’oro hanno delle caratteristiche che li rendono preziosi per gli appassionati ed estremamente interessanti per gli investitori in oro.
Regalare una moneta d’oro è un trend in rapida ascesa. Oltre ad essere un dono molto
prezioso rappresenta una forma di investimento sul futuro. La moneta d’oro
infatti non solo conserva il suo valore in termini di quotazione dell’oro fisico, ma rappresenta di fatto una riserva di contante da utilizzare in caso di bisogno.
Da non sottovalutare poi la convenienza legata all’acquisto della moneta che è esente da IVA in quanto si tratta di oro da investimento.
Tra tutte le monete d’oro storiche, dalle Sterline d’oro ai Krugerrand, dalle collezioni come le Queen’s Beasts alle serie Lunar australiane, i Marenghi d’oro restano un investimento sicuro con una storia davvero importante da raccontare e tramandare.
In qualsiasi momento è possibile disinvestire i propri Marenghi d’oro. Orovilla acquista monete d’oro da investimento: tutte le monete d'oro comuni, le collezioni di monete e le monete d'oro rare e da collezione.
Al momento dell’acquisto valutiamo le monete, le controlliamo con attenzione per verificarne il contenuto in oro, l’autenticità e lo stato di conservazione.
La possibilità di vendere l’oro fisico in ogni sua forma e stato di conservazione, in qualunque momento e luogo, è il suo punto di vantaggio rispetto ad altre forme di investimento.