Rialzo dei tassi e inflazione. Investire e diversificare per sopravvivere

Nella vita di ognuno di noi in questi mesi ci stiamo scontrando con 2 fenomeni molto importanti: inflazione e rialzo dei tassi di interesse. Questi due eventi non solo impattano sulle finanze dei singoli, ma sono uniti a filo doppio tra di loro, in un equilibrio delicatissimo. Il rialzo dei tassi di interesse da parte della FED per prima e da poche settimane anche della BCE hanno lo scopo di frenare l’inflazione per far ripartire l’economia, prima che si arrivi ad una recessione.
Come i tassi di interesse influenzano l’inflazione. E viceversa.
L’inflazione in Europa ha superato l’8%, in UK le previsioni sono fosche visto che si è arrivati alla doppia cifra per la prima volta dagli anni ’80 e si prevede che durerà almeno fino all’estate 2023. La FED ha alzato i tassi di interesse a giugno all’1,75% e la BCE ha seguito a ruota con un +0,25% a luglio per contrastare l’inflazione. Ma in che modo i tassi di interesse possono agire sull’inflazione?
La questione non è facile da spiegare. L’inflazione dipende da due fattori: una maggiore circolazione di moneta o una minore circolazione dei beni. Partiamo dalla situazione attuale. Negli ultimi 15 anni l’economia non è cresciuta molto e l’inflazione è rimasta bassa. La pandemia ha cambiato le carte in tavola: dopo un’iniziale paralisi il PIL mondiale ha ripreso a correre ancora più velocemente, la domanda di materie prime è aumentata di colpo, superando l’offerta. Scarsità di beni e materie prime hanno causato l’iniziale fiammata inflazionistica, che non ha fatto che peggiorare con la crisi ucraina.
I tassi di interesse ufficiali stabiliti da BCE e Fed (e dalle altre autorità monetarie) rappresentano il costo del denaro con cui le singole banche di ogni paese prendono soldi a prestito dalla banca centrale. Le singole banche di conseguenza tenderanno ad alzare a loro volta i loro tassi di interesse (il costo del denaro per i propri clienti) per avere un margine di guadagno.
- Più alti sono i tassi d’interesse ufficiali stabiliti dalla Bce o dalla Fed, maggiore sarà il costo dei finanziamenti erogati ai clienti dagli istituiti di credito, minori le richieste di prestiti da parte di privati e imprese.
- Circolerà meno denaro, il quale diventerà un bene più scarso e, di conseguenza, più costoso. Le stesse banche dovranno aumentare anche i tassi praticati sui conti correnti e depositi per evitare che i risparmiatori portino il denaro altrove.
- Minori investimenti delle imprese e minori acquisti di beni durevoli delle famiglie (mutui, veicoli, elettrodomestici, ecc.) significano minore richiesta di beni e servizi: questo porterà ad una minore pressione sui prezzi e ad un loro progressivo stabilizzarsi.
Tassi di interesse più alti significa che tenere denaro sul conto corrente conviene? No!
È vero che i tassi praticati dalle banche su conti correnti e depositi dei clienti sono più alti e remunerativi, è vero che i rendimenti sulle obbligazioni sono maggiori, ma c’è qualcosa che di cui non si tiene conto.
I rendimenti obbligazionari a fine agosto sono tornati a salire. Il T-bond americano a 10 anni, ad esempio, era sopra il 3%. A settembre, la Federal Reserve sarà certamente chiamata ancora una volta ad alzare il costo del denaro, forse tra lo 0,50% e lo 0,75%. Questa prospettiva innalzerà ulteriormente i rendimenti del T-bond, rafforzando il dollaro, che ha già raggiunto a più riprese la parità con l’euro.
C’è un ma. I rendimenti sono mangiati dall’inflazione. Un rendimento al 3,25% a 5 anni con una prospettiva di inflazione al 2,7%, sempre a 5 anni, significa che il rendimento reale lordo sarà solo dello 0,55%. Parlando delle obbligazioni USA. In Europa la situazione è decisamente meno positiva con una crisi energetica di portata mai vista.
Tra tassi di interesse e inflazione come possiamo dormire sonni tranquilli? Con l’oro
La situazione è estremamente volatile e trovare la giusta strategia di investimento non è facile. Ciò che è invece importante è riuscire a tutelarsi per massimizzare i guadagni e minimizzare le perdite.
- Essere informati. L’educazione finanziaria è, come sappiamo, scarsa nel nostro paese. Ma abbiamo a nostra disposizione, e spesso a portata di smartphone, tutte le informazioni che servono. L’educazione finanziaria è la freccia più importante al tuo arco.
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- Affidati ad un buon consulente finanziario. Un professionista è in grado di consigliarti, soprattutto in momenti incerti e difficili, quando una decisione sbagliata può essere pericolosa, una decisione giusta fare la differenza.
Approfondimento Il consulente finanziario, cosa fa e perché dovresti affidarti a lui |
- Diversificare significa suddividere il proprio capitale in diversi tipi di attività finanziarie, senza puntare solo su un solo strumento, mercato o settore. Se investi tutto il tuo capitale sulle azioni di una singola azienda e quell’azienda fallisce, hai perso il 100% del capitale. Se invece diversifichi, comprando le azioni di dieci aziende, il fallimento di quell’azienda incide solo per il 10%. Per questo investire su più risorse è generalmente considerata una buona strategia per ridurre il rischio “specifico” di perdite.
- Piano di Accumulo. Il piano di accumulo capitale ha anche la funzione di proteggerci dall’emotività, di farci investire una cifra costante mensile a prescindere dall’andamento dei mercati accumulando capitale per compensare le perdite e massimizzare i profitti. Se hai un piano di accumulo capitale in oro, investendo una cifra fissa mensile, al netto di ribassi e rialzi, negli ultimi 15 anni avresti comunque guadagnato circa il 40% sul capitale investito. Vuoi sapere come? Leggi in questo articolo.
- Investire una percentuale del patrimonio in beni rifugio, in particolare oro fisico. L’oro è presente sul mercato come bene rifugio da millenni, quindi mantiene un valore stabile, soprattutto quando a livello finanziario il mondo va a rotoli. In questo caso il suo valore tende a salire. Il valore dell’oro è inversamente proporzionale ai tassi di interesse, che scendono costantemente da diversi anni. Ora sono tornati a salire, ma l’oro resta un bene in cui investire perché il mercato finanziario è in crisi e la guerra tra Russia e Ucraina sta mettendo a dura prova le economie e gli equilibri mondiali. Inoltre:
- L’ammontare di produzione annua è ancora ridotto rispetto alla richiesta di mercato e le miniere si stanno esaurendo velocemente
- In tempi di tensioni internazionali, il prezzo dell’oro può salire visto che gli investitori ne acquistano per ottenere maggiore sicurezza e diversificare il rischio.
- Liquidità immediata: l'ORO è sempre convertibile in denaro, in qualunque valuta ed ha una sua quotazione mondiale in vendita e in acquisto.
- Il metallo giallo è destinato comunque a non essere mai abbandonato completamente, perché, anche nei periodi di crisi dell’oro, a fronte di un momentaneo calo, si registrerà sempre e comunque un rialzo successivo delle quotazioni.
Il valore dell’oro non scenderà mai a zero. In un momento di estrema incertezza abbiamo bisogno di sicurezze. L’oro è una di quelle.
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