L'oro della Chukotka: tra spinte industriali e un disastro annunciato

Se ne sa poco, come di tutto ciò che accade in Russia, ma le popolazioni locali iniziano a far sentire la loro voce. Parliamo dell’estremo nord della Russia, le gelide regioni artiche in cui le temperature possono raggiungere i -30° in inverno e superano di poco lo zero in piena estate. Una regione che, per quanto inospitale, ospita una popolazione rurale fortemente radicata, minacciata dalle velleità minerarie di Putin.
La ricchezza mineraria della Chukotka: l’oro siberiano che fa gola allo zar
Putin ha iniziato la sua corsa all’oro nel 2018, una corsa all’oro che ha come obiettivo quello di portare la Russia a diventare il secondo produttore mondiale di oro dopo la Cina (oggi la medaglia d’argento spetta all’Australia). La scoperta di nuovi giacimenti d’oro in Siberia porterebbe la produzione da 8,8 a 18 milioni di once entro il 2030. Ma quali sono le attività e le infrastrutture che impatteranno su questa delicata regione?
- La miniera di Peschanka diventerà operativa dal 2022. L’intera zona di Baimskaya, oltre a 2000 tonnellate d’oro, avrebbe un potenziale di 23 milioni di tonnellate di rame. Una quantità davvero enorme.
- Una strada lunga 250 km collegherà la regione di Baimskaya al villaggio di Ilirnei. A nuove strade si aggiungeranno altre infrastrutture quali ferrovie, idrovie, oleodotti, gasdotti, etc.
- Il porto di Pevek diventerà uno degli snodi più interessanti della navigazione mondiale, sia per i metalli preziosi che per le nuove tratte commerciali che possono aggirare gli stretti che hanno messo in crisi il commercio mondiale nel 2021. Nel porto siberiano dovranno essere stoccate le risorse estratte non solo dal promettente giacimento di Peschanka, ma anche da quelli di altri depositi della regione di Chukotka, come le miniere di Kekura e Klen.
- Rosatom ha iniziato a costruire 5 centrali nucleari galleggianti al largo della penisola della Chukotka per fornire energia ai progetti minerari. Costruirà le prime due unità entro il 2027, altre due a partire da 2028. Le popolazioni indigene si oppongono con forza a tutela dell'ambiente e dei valori tradizionali.
Le conseguenze a breve e medio termine per la Chukotka
Sappiamo bene che ricerche ed estrazioni minerarie non possono fare a meno di portare enormi mutamenti nel paesaggio, nell’ambiente e nelle culture locali. I 16mila indigeni della Chukotka temono proprio questo: uno stravolgimento del loro ambiente, già di per sé ostile, delle loro tradizioni rurali e non solo.
Popolazione locale, pastori e pescatori, scienziati e professionisti si stanno mobilitando attraverso l’elaborazione di documenti indipendenti, proteste e azioni collettive per sensibilizzare sui potenziali impatti del progetto, tra i quali troviamo:
- Degradazione paesaggistica,
- Fuoriuscite di contaminanti,
- Contaminazione delle acque di superficie e peggioramento della qualità delle acque,
- Contaminazione delle falde acquifere/riduzione dei bacini idrici,
- Sversamenti di residui di lavorazione dei minerali
- Esposizione a fattori di rischio poco conosciuti come le radiazioni
- Aumento della corruzione e dello sfruttamento
- Perdita dei mezzi di sussistenza,
- Perdita di tradizioni, pratiche, saperi, culture
- Deterioramento del paesaggio
- Sgomberi delle popolazioni
È questo l’oro di cui abbiamo bisogno? L’oro sostenibile è il futuro
Senza fare digressioni sulle motivazioni geopolitiche di un progetto di questo livello, la nostra domanda è molto più diretta: è davvero questo l’oro che vogliamo acquistare? Vogliamo davvero mettere al riparo i nostri risparmi, continuando a commerciare oro di provenienza discutibile?
Ovviamente la risposta per OROvilla è un chiaro e definitivo NO!
Se vogliamo che qualcosa cambi davvero, anche in un settore complesso, ma in continuo cambiamento, come quello minerario, siamo noi, aziende che commerciano in oro e metalli preziosi, e i nostri clienti a dover innescare il cambiamento.
Per questo OROvilla è la prima realtà in Italia a vendere in esclusiva lingotti in oro etico certificato CoC. La certificazione Chain of Custody è una certificazione che garantisce la provenienza dell’oro con cui sono prodotti i nostri lingotti in oro etico: la materia prima etica è tracciata dall'inizio della catena (miniera) fino alla fine (consumatore finale) e il fabbricante deve essere certificato CoP (Code of Practice, segue quindi le buone pratiche richieste per far parte di RJC e rispetta i diritti umani) come Orovilla.
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