Metalli preziosi e oro usato: la fusione

Quando vendi i tuoi gioielli, l’oro e i metalli preziosi usati vengono lavorati per essere nuovamente utilizzabili e purificati da sostanze estranee, per farli tornare ai 24 carati. Sono vari i passaggi attraverso i quali viene recuperato il metallo puro contenuto nei gioielli usati, il primo di questi è la fusione.
Lo stato solido del metallo è caratterizzato dalla forte coesione degli atomi tra di loro, ma, appena si aumenta la temperatura, ecco che gli atomi iniziano ad “agitarsi” facendo venire meno questa coesione. Il solido, raggiunta una particolare condizione termica, si trasforma quindi in liquido: questo, in pratica, è quello che accade nell’operazione che chiamiamo fusione.
Ogni metallo ha un suo specifico punto di fusione:
- Ag 962° C
- Au 1064° C
- Pd 1555° C
- Pt 1768° C
La procedura di fusione di oro e metalli preziosi
Il forno
Il metallo nobile viene inserito in appositi forni in cui si sviluppano temperature altissime. Naturalmente sul mercato ne esistono vari modelli, i più comuni sono quelli ad induzione (ad alta e a bassa frequenza). Nell’apposito spazio viene posto un crogiolo dove verrà messo il metallo da fondere. I crogioli, dovendo sopportare alte temperature, sono in grafite, un materiale refrattario.
Per aiutare il processo di fusione vengono versate nel crogiolo piccole quantità di borace e di salnitro: il borace serve per sciogliere i metalli nobili e inoltre va a formare una pellicola che protegge il materiale in fusione dall’ossidazione; il salnitro si aggiunge in ultimo per rendere più liquida la fusione, specialmente nei recuperi di polveri.
La colatura
Una volta completata l’operazione, il crogiolo viene estratto dal forno per poter procedere con la colata del metallo fuso. Questo verrà versato in appositi contenitori chiamati staffe che sono normalmente fatte di ghisa o di grafite. È a questo punto che entra in gioco tutta l’esperienza dell’operatore perché diversi sono gli accorgimenti che deve seguire. La staffa intanto deve essere riscaldata per toglierle umidità e deve essere unta leggermente, utilizzando olio di lino, per facilitare poi il distacco del metallo.
Bisogna quindi porre attenzione alla temperatura di colata ed alla velocità con la quale si cola. Soprattutto questa seconda componente è importante perché dobbiamo evitare delle solidificazioni a strati che non renderebbero omogenea la verga così ricavata e falserebbero quindi i risultati dell’analisi che dovrà seguire.
Le analisi
Terminata l’operazione di fusione, si manda la verga in laboratorio analisi per stabilire la quantità e la purezza dei metalli preziosi.
Naturalmente nel corso del tempo le tecniche di fusione hanno subito variazioni, legate soprattutto all'evoluzione tecnologica, ma è questa un’operazione eseguita da sempre dagli uomini, ne troviamo traccia già nell’Antico Testamento: «Perciò dice il Signore degli eserciti: ecco, li raffinerò al crogiolo e li saggerò» (Ger 9/6).
Dettagli commerciali per la fusione di metalli preziosi
Ricordiamo alcuni punti importanti:
- i Banchi Metalli sono gli unici autorizzati a fondere l'oro usato, in base alla direttiva europea 98/80/CE del 12.10.1998, emanata con la Legge n.7 del 17 gennaio 2000;
- un privato, rivolgendosi ad un banco, può destinare alla fusione, ed alla successiva vendita, qualunque oggetto contenente metalli preziosi: gioielli, medaglie, leghe dentarie ecc;
- non è possibile ricavare direttamente un lingotto dal proprio metallo portato a fondere, per legge ci saranno sempre due operazioni distinte, una di vendita dei gioielli usati e l’altra di acquisto di oro da investimento.
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