Martedì, 8 giugno

Guerra Fredda Reloaded: le sanzioni alla Bielorussia e le conseguenze sull’economia locale e globale

L’Unione Europea ha adottato misure restrittive nei confronti della Bielorussia dopo il dirottamento dell’aereo Ryanair che ha permesso l’arresto del dissidente Protasevich. Ma non è la prima e non sarà l’ultima volta. Citiamo ad esempio altre sanzioni nei confronti di Paesi legati all’UE da relazioni commerciali strategiche come, il divieto di trasferimento in Iran di beni/tecnologie utilizzabili ai fini dello sviluppo del programma nucleare oppure il divieto di importazione di prodotti petroliferi e di trasferimento in Siria di materiale utilizzabile per la costruzione di centrali elettriche. Ma queste sanzioni che effetti di ritorno hanno sulle nostre economie?

Il dirottamento dell’aereo in Bielorussia: cosa è successo

Era un volo qualunque, se non fosse stato per la presenza a bordo di Roman Protasevich, uno dei fondatori di Nexta, l’organo di informazione di opposizione al regime bielorusso, e di 4 agenti del Kgb bielorusso. Un volo Atene-Vilnius che è stato affiancato e scortato da Mig29 all’aeroporto di Minsk, dove, in seguito ad un presunto allarme bomba, i 126 passeggeri hanno atteso 7 ore prima di poter ripartire, dopo l’arresto di Protasevich.

Roman Protasevich era da tempo nel mirino del governo di Lukashenko. Attraverso un canale Telegram, con all’attivo 1,2 mln di follower a fronte dei 9,5 mln di abitanti della Bielorussia, Nexta fa circolare le notizie e coordina le manifestazioni antigovernative. Accusato dal governo di atti di terrorismo e di manipolazione delle elezioni di agosto, in cui Lukashenko ha comunque ottenuto il 6° mandato consecutivo, ora potrebbe trascorrere 15 anni in carcere o rischiare la pena di morte.

Il dirottamento da parte delle autorità bielorusse di un volo civile, che ha finto un allarme bomba e messo a repentaglio la sicurezza di cittadini europei e non solo, è chiaramente un atto di inaudita gravità, che ha portato l’Unione Europea a imporre delle sanzioni.

  • La Bielorussia è al momento No Fly Zone da parte compagnie aeree europee,

  • Sono stati stabiliti dei limiti nei permessi di sorvolo e atterraggio per Belavia, compagnia aerea bielorussa.

  •  Allo studio ci sono ulteriori sanzioni, fra cui blocco totale negli USA per 9 aziende statali e sanzioni verso membri del regime.

Quali sono le conseguenze delle sanzioni per l’Unione Europea

Il commercio internazionale è da tempo ostaggio delle sanzioni economiche, finanziarie, delle barriere commerciali, dei dazi e degli embarghi, di restrizioni e blacklist. Se in una prima fase questi strumenti erano un mezzo alternativo al conflitto, un modo di esportare i valori delle democrazie occidentali e di far rispettare una serie di diritti considerati fondamentali, oggi stanno mettendo in crisi i mercati mondiali e il modello stesso della globalizzazione.  Inoltre vengono spesso utilizzati in maniera impropria, non raggiungendo quindi lo scopo per cui sono stati imposti.

4 sono le caratteristiche fondamentali delle sanzioni:

  • Volontarietà - Imporre un maggior costo porta chi lo subisce a cambiare atteggiamento

  • Impatto - Imporre un maggior costo porta a rendere alcune azioni più costose, ad esempio blocco capitali e aggiramento.

  • Simbolismo - Comunicare e sensibilizzare altri Paesi, ostruzionismo. Sensibilità in Europa è molto differente per collocazione

  • Durata - Le sanzioni producono un danno anche a chi le applica che deve essere disposta a sopportarle

Le sanzioni imposte alla Bielorussia però hanno in sé alcuni difetti intrinseci importanti

  1. Le sanzioni devono essere coerenti nell’individuazione del BERSAGLIO e non essere poste solo per una reazione mediatica.

  2. Le limitazioni ai voli bloccano di fatto la possibilità di espatrio da parte degli abitanti.

  3. Se lasciano scappatoie verso altri Paesi sono inefficaci e a volte si ritorcono contro chi le ha  emesse. Lukashenko per anni ha usato l’UE come schermo nei confronti dell’ingerenza di Mosca, ma ora potrebbe definitivamente cadere nell’orbita della Russia. L’incontro con Putin subito dopo il dirottamento conferma infatti il sostegno di Putin a Lukashenko.

  4. Le sanzioni devono creare aspettative ragionevoli in termini di riuscita, chi paga i maggiori costi? Se danneggiano di più chi le adotta non hanno senso. Prendiamo ad esempio il gasdotto Nord Stream 2 tra Russia e Germania, infrastruttura fondamentale per la Germania per avere le risorse energetiche di cui ha bisogno. Con il sostegno della Russia a Lukashenko le sanzioni potrebbero ricadere sulla Russia stessa e mettere in pericolo la costruzione o l’accesso al gasdotto.

Perché un’applicazione poco attenta delle sanzioni rischia di bloccare il mercato

Le sanzioni non vengono applicate solo e sempre per ragioni di sicurezza o per ragioni di carattere umanitario. Spesso sono alla base ragioni di protezionismo o di aperta guerra commerciale (come tra USA e Cina).

Tra il 2016 e il 2019 il solo Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha inserito nella propria blacklist più di 3.900 nuovi soggetti ed entità di svariati paesi e settori economici. Chiunque abbia rapporti commerciali e finanziari con uno qualsiasi di questi soggetti è a rischio sanzione. Le secondary sanction statunitensi colpiscono non solo i Paesi direttamente interessati, ma anche i partner che vogliano effettuare operazioni commerciali con quei paesi.

Ad oggi sono circa 41.000 i soggetti, le entità e le società inserite nelle liste di Stati Uniti, Unione Europea e ONU, mentre sono applicate diverse sanzioni a Iran, Russia, Venezuela, Cuba, Corea del Nord e Bielorussia, con effetti di medio e lungo periodo a livello finanziario e commerciale.

C’è un nesso sempre più evidente tra sanzioni, dinamiche geopolitiche, sicurezza economica e commercio internazionale che può colpire anche pesantemente un paese come l'Italia fortemente orientato all'export, soprattutto in un contesto post-Covid che ha cambiato radicalmente i rapporti commerciali, le filiere produttive globali e l’approccio alla rivoluzione digitale e green.

Abbiamo bisogno delle sanzioni? Sì, come deterrente a comportamenti arbitrari e pericolosi quali quello adottato dal governo bielorusso, ma dobbiamo curare gli equilibri geopolitici con particolare attenzione, perché una sanzione non si trasformi in un boomerang commerciale difficile da controllare.

Gli effetti della geopolitica sulla microeconomia

Scenari di geopolitica particolarmente instabili quanto influiscono sull’economia più localizzata? In un contesto globalizzato quale quello in cui viviamo da diversi decenni in cui tutto e tutti sono interconnessi influiscono moltissimo.

Lo abbiamo visto con il gasdotto che rifornirebbe la Germania di gas russo. Un blocco del gasdotto porterebbe ad un aumento immediato dell’energia con evidenti ripercussioni sull’economia tedesca in generale, sull’inflazione e sull’industria. Nessuno stato è autosufficiente in maniera tale da potersi dichiarare immune in caso di mancati approvvigionamenti di materie prime, di combustibili, di semiconduttori. È l’effetto farfalla riportato alle scienze economiche che vediamo riprodotto in termini grafici anche negli andamenti di borsa e nelle dinamiche della volatilità di mercato.

Lo vediamo anche nelle difficili gestioni di contratti in essere tra aziende che hanno sede in paesi diversi quando interviene una sanzione verso uno dei due paesi o verso colossi commerciali che hanno rapporti commerciali con una delle aziende interessate. D’altra parte le aziende hanno un potere sempre maggiore nell’influenzare la geopolitica.

“La geopolitica – scrive de Leersnyder, professore di marketing internazionale alla HEC (l’Ecole des Hautes Etudes Commerciales) di Parigi,  nel suo “Cultura d’impresa e geopolitica” -, rappresenterebbe il campo privilegiato per gli attori pubblici (gli Stati, le organizzazioni governative, le organizzazioni internazionali) o per gli attori rappresentativi del settore non-profit (le organizzazioni non governative). Le imprese, in tal modo, non avrebbero altro da fare che subire le conseguenze della situazione geopolitica senza poter reagire o avere influenza su tale situazione. Ora, l’impresa è diventata uno dei maggiori autori della geopolitica in quanto mantiene, rispetto alle problematiche mondiali, una propria razionalità; così il risultato dei giochi degli attori, e cioè le imprese, non manca certo di avere degli effetti e una notevole influenza sulla situazione geopolitica(…) Non c’è che un unico ambiente internazionale. La sfera commerciale non è distinta da quella politica. La geopolitica è la risultante dei giochi di tutti gli attori sulla scena internazionale”.

In uno scenario oscillante tra alleanze e protezionismo, privati e aziende devono proteggersi e proteggere il proprio capitale. Un modo è quello di assicurarsi questa protezione grazie al bene rifugio per eccellenza.

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