Venerdì, 18 marzo

Cosa significa stagflazione: il parallelismo con gli anni ‘70

Ne sentiamo parlare in questi giorni anche se ne abbiamo accennato altre volte in passato. Ora però la stagflazione diventa una possibilità concreta, seppur ancora solo ventilata. Sta di fatto che le sanzioni alla Russia e il proseguire del conflitto rischiano di creare tutte le precondizioni ad una situazione di stagnazione e forte inflazione. Come negli anni ’70. Ma cosa accadde allora?

Cos’è la stagflazione e perché è lo scenario peggiore per l’economia

La stagflazione è la situazione nella quale il mercato vede una notevole inflazione affiancata da una crescita molto bassa o addirittura da una decrescita del PIL.

L’inflazione di per sé è segno di un’economia sana. Quando c’è crescita della produzione seguita da una buona crescita della domanda, i prezzi si alzano naturalmente. Esiste quindi una correlazione diretta tra inflazione e crescita economica perché il potere d’acquisto delle famiglie cresce di conseguenza.

La stagflazione è invece uno scenario quasi catastrofico in cui la produzione è molto bassa, gli stipendi non crescono e il potere d’acquisto diminuisce, si fiaccano i consumi e la domanda creando un circolo vizioso estremamente pericoloso.

Quasi sempre la stagflazione dipende da fattori esterni e non controllabili, come un conflitto armato che abbia come conseguenza diretta la crescita dei prezzi delle materie prime essenziali, come sta accadendo in queste settimane.


Approfondimento
Inflazione e crescita: c'è un rischio stagflazione?

Cosa successe negli anni ’70?

Dopo la guerra dello Yom Kippur in Medio Oriente nell'ottobre 1973, un embargo fece salire i prezzi del petrolio di 3,5 volte. Nel 1974/75 il pil USA vide una contrazione per 5 trimestri consecutivi, con un’inflazione al 10% e tassi all’11%. La combinazione di economie deboli, inflazione elevata e tassi di interesse alti ha avuto conseguenze negative su tutti i mercati azionari anche in Europa.

Molti analisti ritengono che, sebbene ci siano molti fattori in comune alle due situazioni, oggi si ritiene ancora improbabile una vera recessione globale come nel 1974. È d’altra parte vero che le economie mondiali si stanno ancora leccando le ferite della pandemia.

Il crollo dei mercati, come abbiamo visto accadere anche nel 2008, crea non pochi mal di pancia negli investitori che si sono fatti incredibilmente prudenti. La corsa dei prezzi del petrolio e del gas e l’aumento delle materie prime avranno un impatto inevitabile. E se gli Usa e l’Unione Europea chiuderanno l’import di petrolio e gas dalla Russia, allora la stretta sull’economia mondiale potrebbe farsi sentire ancora di più.

Le stime per l’inflazione sembrano ancora piuttosto ottimistiche: per l’area euro Bloomberg stima l’incremento dei prezzi nel 2022 al 4,2% e per gli Usa al 5,2%. In Eurozona l’inflazione è salita al 5,8% a febbraio e «le aspettative di inflazione area Euro a 5 anni (parametro molto osservato dagli operatori) è al 2,27%, al massimo dal 2013. Il contraccolpo nella vita reale, nel portafoglio delle famiglie, parla di ben altre percentuali: è sufficiente fare due conti tra rincari in bolletta, scontrini della spesa e pieno di carburante per comprendere che siamo arrivati tranquillamente a rincari a doppia cifra.

Eppure non siamo in stagflazione. Ancora.

E pare potremmo evitarla almeno nel medio periodo. I fondi Next Generation EU all’Italia potrebbero riuscire a sostenere una crescita tutto sommato buona, portare risorse nel nostro Paese e quindi far crescere il Pil.

Sarà questo il momento in cui inizieremo davvero a trovare, gestire e utilizzare fonti energetiche alternative?

Il nostro primo e miglior consiglio: diversificazione

Come deve comportarsi un investitore in questo momento per non vedere i propri risparmi consumarsi? Il consiglio è sempre lo stesso: deve diversificare. Mercati diversi registrano andamenti diversi in momenti diversi, pertanto uno dei modi migliori per conseguire rendimenti stabili, soprattutto in un contesto come quello attuale, con fluttuazioni importanti e momenti di grande insicurezza, è quello di ripartire il proprio capitale su diverse tipologie di asset.

Non tenere tutte le uova nello stesso paniere…" si dice in ambito finanziario, per ridurre il rischio complessivo del proprio portafoglio di investimento in caso di rendimenti negativi o imprevisti sociali, economici e geopolitici.

Perchè diversificare è importante?

Facciamo un esempio estremamente semplice. Un investitore decide di mettere tutto il suo capitale nelle azioni di una società che nel giro di due anni perdono il 20% del loro valore. Questo investitore avrà a sua volta perso il 20% del suo capitale.

Se quello stesso investitore decidesse di investire in azioni sia di quell’azienda che di altre diverse aziende, in beni rifugio e in altri asset, si ritroverebbe a perdere il 20% del valore delle azioni della prima azienda, ma molto probabilmente vedrebbe crescere il valore delle azioni delle altre aziende, il valore dei beni rifugio o degli altri asset. La perdita verrebbe quindi mitigata, se non completamente annullata da investimenti diversificati.

In questo momento storico la diversificazione è ancora più importante.

Consapevoli dell’importanza di avere il consiglio giusto al momento giusto abbiamo deciso di metterci a vostra disposizione. Abbiamo deciso di dedicare a incertezze, dubbi e domande alcuni dei prossimi webinar Orovilla e di proporre ai nostri clienti  e a tutti gli investitori consulenze gratuite per provare a dare un senso al caos finanziario e qualche buon consiglio.

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L’oro e i beni rifugio devono essere sempre presente in un buon portafoglio di investimenti accuratamente differenziato, ancora più se il tuo obiettivo è tutelare i tuoi risparmi, ma la vera differenza la fa la strategia

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