Platino: offerta in calo, deficit in crescita nel 2025

Secondo World Platinum Investment Council, la minore offerta spingerà il deficit di platino a un livello superiore alle aspettative nel 2025.

Se l’oro brilla, i suoi cugini preziosi faticano a trovare il giusto riconoscimento dal mercato. Il deficit globale di platino nel 2025 sarà più profondo del previsto a causa della debole offerta dal settore del recupero e della minore produzione delle miniere in Sudafrica, ha affermato il World Platinum Investment Council.

Rispetto alle precedenti previsioni, il deficit di quest'anno, pari a 848.000 once troy, sarà inferiore alle 995.000 once del 2024 a causa di un calo del 5% della domanda. In precedenza era stato stimato il deficit per il 2025 e il 2024 rispettivamente a 539.000 once e 682.000 once. Per quanto riguarda le previsioni di prezzo 2025 ne avevo parlato qui.

Gli afflussi nei fondi negoziati in platino con garanzia fisica, dovuti all'aumento dei prezzi dell'oro, a causa dei timori legati ai dazi doganali statunitensi, hanno sostenuto gli investimenti in platino nell'ultimo trimestre dell'anno scorso e si prevede che continueranno quest'anno.

La parte più difficile per questo mercato sarà legata strettamente al Automotive. Si prevede che la domanda da parte del settore automobilistico, che utilizza il platino nei convertitori catalitici per ridurre le emissioni nocive dai sistemi di scarico dei veicoli, scenderà quest'anno dell'1%, attestandosi a 3,1 milioni di once.

Tuttavia, il fattore principale alla base del cambiamento nella stima del deficit dopo il rapporto di novembre del WPIC è stato un declassamento di 278.000 once nella stima del riutilizzo del metallo di quest'anno, poiché "si ritiene ora improbabile che il miglioramento previsto del mercato si concretizzi nel breve termine" continua il WPIC.

Nel 2024 il recupero globale del platino è diminuito dell'1%, raggiungendo il livello più basso dal 2013 secondo i dati forniti dalla Società, e si prevede che aumenterà solo marginalmente nel 2025 a causa delle limitazioni nella fornitura di catalizzatori provenienti da auto rottamate e del calo del reimpiego dei gioielli. Per coprire il deficit, le scorte nei magazzini, diminuiranno del 25%, attestandosi a 2,5 milioni di once, pari a meno di quattro mesi di domanda globale.

Anche la Banca d’Affari UBS, secondo le sue recenti previsioni, presume che il platino sarà sotto-fornito di 500.000 once nel 2025. In particolare si aspetta che il platino mostrerà una mancanza di 500.000 once nel 2025, mantenendo il metallo in deficit per il terzo anno consecutivo. La stima di prezzo della Banca d’Affari sul platino è di $ 1.100/oz entro la metà del 2025. Inoltre la Banca continua ad aspettarsi che il platino rimanga in ritardo rispetto all'oro fino a quando la scelta da parte della Federal Reserve di diminuire il costo del denaro, ovvero abbassare i tassi di interesse, aiuterà il settore industriale a riprendere l’attività.

In sostanza gran parte del futuro percorso ignoto dei prezzi, dipenderà in larga parte dall’applicazione dei Dazi da parte dell’Amministrazione Americana. Il grosso problema è che solitamente i dazi alimentano l'inflazione e mantengono alti i tassi di interesse, ovvero un terreno contrario allo sviluppo industriale, rallentando potenzialmente la crescita economica, il che indebolirebbe ancor di più la domanda di platino e palladio. O meglio ancora si ipotizza che gli effetti a catena si estenderanno al platino, al palladio e al rodio, noti collettivamente come metalli del gruppo del platino, utilizzati nei sistemi di scarico dei veicoli a benzina, diesel e ibridi.

Carlo Vallotto

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ORONews rubrica economica di Orovilla