Oro e Argento: Una Corsa Lunga un Decennio. Chi Vincerà la Prossima Gara?
Quali sono i motori segreti che sono alla base del rally dell’Oro e dell’Argento? In questo approfondimento andiamo a vedere cosa ha spinto i due metalli ad avere rendimenti con percentuali a doppia cifra
Negli ultimi dieci anni, chi ha investito in oro e argento ha assistito a una crescita a dir poco spettacolare. Per un lungo periodo, la performance dell'oro ha persino tenuto testa al mercato azionario americano, rappresentato dall'indice S&P 500. Anche se di recente le azioni hanno spiccato il volo, raggiungendo nuovi record, i metalli preziosi non sono certo rimasti a guardare.
Facciamo parlare i numeri. Negli ultimi 10 anni, il valore dell’oro è schizzato di oltre il 190%, con un’accelerazione del 25% solo dall'inizio di quest'anno. L’argento non è stato da meno, con un guadagno complessivo del 152% e un +21% nel 2025. Nello stesso arco di tempo, l'indice S&P 500 ha registrato una crescita di quasi il 200%, ma il suo passo nel 2025 è stato molto più lento, fermandosi a un +6%.
Ma cosa si nasconde dietro questa inarrestabile corsa dei metalli preziosi? Normalmente, si pensa che l’oro soffra quando i tassi di interesse sono alti, come nel periodo attuale mantenuto dalla Federal Reserve americana. Eppure, oggi sta accadendo qualcosa di completamente diverso: l’oro continua a salire. Questo ci dice che la sua forza attuale è spinta da un fattore chiave: il suo intramontabile ruolo di bene rifugio.
In un mondo attraversato da incertezze geopolitiche ed economiche, gli investitori cercano un porto sicuro per proteggere i loro capitali, e l'oro rappresenta da sempre questa garanzia. Ma non sono solo i piccoli risparmiatori a pensarla così. I veri protagonisti di questa corsa all'oro sono le banche centrali di tutto il mondo. Spinte dal timore per la stabilità del dollaro e dalla necessità di diversificare le proprie riserve, stanno accumulando lingotti a un ritmo impressionante. Negli ultimi tre anni, hanno acquistato oltre 1000 tonnellate d'oro all'anno, una cifra che rappresenta più del 20% della domanda globale. E tutto fa pensare che anche il 2025 si chiuderà con acquisti di questa portata.
Inoltre, dopo anni di calma piatta, anche gli investitori tramite ETF (fondi negoziati in borsa che replicano il valore dell'oro) stanno tornando a comprare, costringendo i gestori di questi fondi ad acquistare oro fisico sul mercato per garantire il valore delle quote.
Se l'oro è il re dei beni rifugio, l'argento è un metallo con una personalità completamente diversa. Le banche centrali non lo accumulano nelle loro riserve. La sua vera forza risiede altrove: nell'industria. La stragrande maggioranza della domanda di argento, infatti, non proviene da investitori, ma da fabbriche che lo utilizzano per produrre di tutto, dai componenti elettronici ai pannelli solari, fino alle auto elettriche.
Questo suo ruolo industriale crea una situazione unica. Da diversi anni, l'industria consuma più argento di quanto le miniere riescano a estrarre. Si parla tecnicamente di "deficit di mercato": la domanda supera l'offerta. Con il crescente interesse anche da parte degli investitori, questo deficit è destinato ad aumentare ulteriormente nei prossimi anni, mettendo ancora più pressione sul prezzo.
Dato che oro e argento sono entrambi metalli preziosi, i loro prezzi sono legati da una forte correlazione. Per capire questa relazione, gli analisti usano il "rapporto oro/argento" (gold-to-silver ratio), che semplicemente ci dice quante once d'argento servono per comprare un'oncia d'oro. Oggi, questo rapporto si attesta intorno a 88, un valore molto alto se pensiamo che la media degli ultimi 10 anni è di 80, e quella storica di lungo periodo è addirittura di 53.
Cosa significa questo in parole semplici? Che, rispetto all'oro, l'argento appare oggi notevolmente sottovalutato. Se il prezzo dell'oro dovesse rimanere stabile e il rapporto tornasse semplicemente verso la media degli ultimi dieci anni, il prezzo dell'argento potrebbe raggiungere un obiettivo a breve termine di 40-42 dollari l'oncia. Un potenziale di crescita significativo, considerando anche che l'argento è ancora molto lontano dal suo massimo storico di quasi 50 dollari, toccato nel lontano 1980. Con lo sviluppo di nuove tecnologie che ne richiedono sempre di più, non è da escludere che la storia possa ripetersi.
In conclusione, sebbene l'argento tenda a seguire l'andamento dell'oro, lo scenario migliore per lui non è necessariamente un'esplosione di panico sui mercati, che favorirebbe soprattutto l'oro. Al contrario, un contesto di crescita moderata e stabile, con i prezzi dell'oro che salgono gradualmente, potrebbe creare le condizioni perfette perché l'argento recuperi il terreno perso e, forse, inizi finalmente la sua vera corsa al rialzo.
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Carlo Vallotto
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