Oro alimentare: usi e proprietà, non solo in cucina

L’oro, si sa, è uno dei colori del Natale. Perché allora non portarlo addirittura nel piatto? L’oro alimentare è diventato negli ultimi decenni una moda curiosa, che oscilla tra scenografia e ostentazione, ma è una tradizione culinaria e medica che affonda le sue radici nei millenni.
Oro alimentare: il suo utilizzo dall’antichità ad oggi
L’utilizzo dell’oro in campo alimentare non è un’invenzione moderna di qualche chef stellato, ma risale alla notte dei tempi.
Se ne ha notizia in Egitto ai tempi dei faraoni, nelle corti della Cina e del Giappone già 5000 anni fa e a Roma appariva sulle tavole degli imperatori. Se ne trova menzione ancora durante il Medioevo ed il Rinascimento. Celebre a questo proposito il banchetto organizzato da Galeazzo Visconti per il matrimonio della figlia nel giugno del 1368 durante il quale tutte le portate apparvero ricoperte da sottilissime foglie d’oro. Nella Padova cinquecentesca l’uso dell’oro per abbellire le portate conobbe tali eccessi che le autorità dovettero intervenire limitandone l’utilizzo a sole due portate per pranzo!
In tempi più recenti la riscoperta dell’oro alimentare si deve al famoso chef Gualtiero Marchesi con la sua proposta di rivisitazione del noto «risotto alla milanese».
Oggi possiamo trovare in commercio l’oro edibile sotto forma di briciole, di foglia o di polvere, in confezioni alla portata di qualunque tasca (sono generalmente confezioni da 0,2 g) per il piacere di stupire i propri commensali. In questo caso servono solo creatività e voglia di sperimentare.
Un altro campo dove ultimamente ha trovato un largo uso è quello della pasticceria. Ma lo possiamo anche trovare sciolto nel vino od in qualche liquore.
Sia l’oro che l’argento, hanno un sapore del tutto neutro al palato; in nessun modo possono alterare il gusto dei piatti con i quali vengono impiegati, sono dunque solo un artificio estetico per decorare. Anche se, negli ultimi anni, una nota ditta specializzata in questo campo, ha introdotto una linea di prodotti che prevedono varie aromatizzazioni.
Oro alimentare: il metallo è davvero commestibile?
Quando si parla di oro alimentare alcune domande sorgono spontanee, perché è curioso che si possa mangiare un metallo senza subire delle conseguenze. Lo diciamo subito: l’oro alimentare, utilizzato in piccole quantità e senza eccessi, non è nocivo per la salute. Anzi, in alcuni casi è addirittura considerato da alcuni curativo.
Come per tutti gli alimenti anche l’impiego gastronomico dei due metalli è sottoposto a precise normative. In base alla direttiva europea 94/36/CE del 30 giugno 1994, i due metalli rientrano nella categoria dei coloranti alimentari, rispettivamente con le sigle E175 ed E174.
In entrambi i casi i metalli sono utilizzati allo stato puro (23 o 24 carati per l’oro e al 100% per l’argento).
Nel corso della storia, l'oro è stato ampiamente adoperato per curare diverse malattie, nonostante la sua efficacia non fosse mai stata confermata. Nel XVI secolo l'alchimista Paracelso asserì di aver creato una pozione detta Aurum Potabile.
Oggi lo troviamo sotto forma di «oro colloidale» quale analgesico contro artriti, artrosi e reumatismi e come «aurotiomalato di sodio» che viene utilizzato per i suoi effetti immunosoppressivi nel trattamento dell’artrite reumatoide e di altre poliartriti infiammatorie. E da sempre lo abbiamo utilizzato in odontoiatria con le leghe dentarie.
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Si dice che nel XVI sec., a Milano, i medici l’aggiungessero alle medicine per contrastarne il cattivo sapore: da qui deriverebbe l’espressione “indorare la pillola”!
Quanto costa l’oro alimentare?
Tutti conosciamo l’oro come il simbolo della ricchezza, ma l’oro alimentare è assolutamente accessibile e non riservato a ristorante di lusso.
I prezzi dell’oro edibile variano a seconda del grado di purezza. Come dicevamo è in genere venduto come oro a 23 o 24 carati, aspetto fondamentale per garantire la sicurezza di un metallo puro, non contaminato dalla presenza di altri metalli.
Indicativamente l’oro alimentare viene venduto a circa 150€/grammo. Il prezzo al grammo è molto più alto delle quotazioni dell’oro a livello internazionale a causa delle lavorazioni che richiede la creazione e preparazione del prodotto, ma le confezioni da 20 fogli di circa 4 o 5 cm di larghezza e spessore di circa 2 micron costano circa 15€. Una cifra assolutamente accessibile a chiunque per creare un piatto, dolce o salato, unico nel suo genere anche a casa.
Che dire: via libera a piccoli dettagli in oro nelle portate di Natale, che sia di buon augurio per il nuovo anno!
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