L’oro tra le stelle

Cercare nello spazio nuove fonti di approvvigionamento, tra queste l’oro.
L’oro non è eterno, è destinato ad esaurirsi nel tempo, da qui la necessità di trovare altri giacimenti capaci di soddisfare la continua richiesta.

Abbiamo già scritto che l’oro, come tutti gli elementi che hanno un peso atomico maggiore di quello del ferro, si forma solo durante quelle esplosioni stellari note come supernovae. Queste producono anche grandi quantità di radiazioni gamma, radiazioni che, ad esempio, il telescopio spaziale INTEGRAL (International Gamma-Ray Astrophysics Laboratory), lanciato nel 2002, è capace di individuare. Ed è proprio l’ESA a specificare che, tra i compiti di Integral, c’è quello di cercare l’oro.

Ma anche dalla Terra è possibile questa ricerca. Recentemente è stata osservata un’esplosione nella costellazione dell’Idra. A 130 milioni di anni luce, lo scontro di due stelle di neutroni ha lanciato nel cosmo radiazioni di ogni tipo, ed infine, dai residui dell’esplosione, si è sollevata una nube di polvere d’oro. E quello che è avvenuto a 130 milioni di anni luce da noi è sicuramente accaduto nella Via Lattea: l'oro e gli altri metalli pesanti si sono raccolti nelle nubi interstellari che, con il tempo, hanno danno vita ai pianeti.

Ma se questa è teoria, nella pratica ci si sta già muovendo per studiare il modo di ricercare e quindi di sfruttare le risorse presenti sul nostro satellite, la Luna.

Già, ma a chi appartiene la Luna? Un trattato internazionale, firmato il 27 gennaio del 1967, dice che la Luna, e gli altri corpi celesti, non possono essere di proprietà delle nazioni. Nel 1979 ci fu secondo accordo dove si specificava che la Luna è comune eredità del genere umano, ma il trattato fu firmato solo da 18 stati, tra questi nessuno con la capacità di far decollare un'astronave!  E così gli Stati Uniti, nel 2015, hanno deciso di fare da soli varando lo Space Act, una legge che permette alle società private di sfruttare le risorse spaziali: la Nasa sta già finanziando progetti che hanno lo scopo di studiare metodi di estrazione spaziale, avvalendosi di robot autonomi, anche se, al momento, il problema più grande sarebbe quello di riportare sulla Terra le risorse scavate, i costi sarebbero esorbitanti.

Intanto una sonda americana sta per partire per Psyke16, un asteroide di 250 chilometri di diametro in orbita nella fascia tra Marte e Giove: lo scopo è esplorarne gli immensi depositi di nickel e ferro, oltre che di oro e platino. Da solo potrebbe valere la sbalorditiva cifra di 700 quintilioni di dollari!

La “miniera spaziale” vale dunque tutti gli sforzi che si stanno facendo, perché non c’è solo l’oro, ma anche le “terre rare”, l’elio-3, un isotopo di elio stabile che potrebbe alimentare impianti di energia nucleare, ma che è estremamente raro sulla Terra o lo iodio, fondamentale per la salute dell’organismo umano.

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