Le origini del gioiello

Sin dall’antichità uomini e donne hanno ornato il proprio corpo con accessori di vario genere.

Dapprima collane, anelli e ornamenti nascono come amuleti magici portafortuna, erano oggetti ricchi di valenze simboliche. Se gli uomini, dediti alla caccia, utilizzavano denti, corna, zanne di animali (l’uomo vuole assumere le caratteristiche fisiche e spirituali che contraddistinguono le sue prede), le donne si ornavano soprattutto di conchiglie, simbolo di fertilità.

È con il perfezionamento delle abilità nella lavorazione dei metalli, unite alla “scoperta” dell’oro, l’unico metallo che si trova allo stato naturale nelle sabbie del deserto e nei fiumi, che si ebbe un rilevante aumento sia nella qualità che nella diffusione di oggetti ornamentali.

E questi, da amuleti, si trasformarono in veri e propri gioielli: le persone, di ogni ceto e cultura, mostravano il loro credo religioso oppure il loro status sociale attraverso l’esibizione di oggetti dal significato ben preciso. Ma, di pari passo, emerse anche il semplice piacere di possedere, di indossare un magnifico oggetto.

Nella necropoli di Varna, 294 tombe sulla costa bulgara del Mar Nero, risalenti al 4660 a.C. circa, sono stati rinvenuti quelli che, ad oggi, sono considerati i gioielli più antichi di cui si conosca l’esistenza: oltre 3000 manufatti per un totale di 6,5 kg di oro.

L’antico Egitto è considerato la culla del giallo metallo. La sua civiltà ebbe la più lunga storia unitaria, politica e culturale fra tutte le civiltà mediterranee (3900 a.C. – 342 a.C.) e questa continuità diede numerosi contributi nell’ambito dei metalli e dei gioielli, basti pensare alla tecnica della doratura o della fusione a cera persa.

Un posto importante nella storia del gioiello è riservato anche agli Etruschi, i loro orafi erano capaci di produrre creazioni dallo stile sopraffino grazie alla tecnica dello sbalzo, della stampiglia e della famosa granulazione.

Nell’antica Roma i gioiellieri erano già riuniti in corporazioni: cesellatori, doratori, battiloro, commercianti di perle.

Venendo a tempi più recenti, Cosimo I de’ Medici a Firenze riserva le botteghe di Ponte Vecchio agli orafi, dando così impulso alla nascita dell’oreficeria come vera e propria attività professionale.

Famosi pittori e scultori entrano da giovani come apprendisti nelle botteghe orafe, esempi celebri sono Donatello, Botticelli, Brunelleschi.

In Francia, nel 1767, troviamo a Parigi ben 314 gioiellieri che operano per soddisfare l'enorme richiesta dei loro clienti.

Le varie epoche hanno visto il susseguirsi di mode e di stili, citiamo fra tutte l’art noveau e l’art deco che hanno caratterizzato la creazione di numerosi e famosi gioielli.

Oggi l’Italia è riconosciuta a livello mondiale come la patria del gioiello, il Made in Italy è garanzia di fantasia, ma soprattutto di qualità.

Curiosità: lo sapevi che l’antica Roma fu il luogo in cui, per la prima volta, l'anello fu utilizzato come simbolo di fidanzamento?

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