La paura per la guerra fa ripartire il risparmio. OROvilla risponde alle tue domande

Il sentimento è diffuso: paura. E i media soffiano sul fuoco. Così c’è chi si incolla davanti al tg e chi decide di spegnere la tv. Ma una preoccupazione comune aleggia tra la gente. Se ne parla sottovoce, nessuno osa essere meno che ottimista all’esterno, ma ragiona e calcola dentro di sé, smentitemi se sbaglio, su come affrontare il futuro se il fronte della guerra in Ucraina dovesse allargarsi.
È sicuro lasciare i soldi in banca? Il denaro investito mi potrebbe essere restituito? Di quanto potrei aver bisogno in contanti se le cose si dovessero mettere male? Meglio tenere qualcosa in casa in caso di necessità? Queste sono le domande dettate dal panico, che rischiano di farci fare mosse troppo azzardate o di fare grossi errori di valutazione.
L’indice in Borsa sembra impazzito e tende a scendere sempre di più, cosa devo fare? Visti gli aumenti del gas, della benzina, dell’energia in genere è tempo di iniziare a risparmiare di più? C’è qualcosa in cui posso investire oggi che non risente dei crolli delle borse azionarie? Queste sono domande legittime che molti si stanno facendo a fronte di una grande confusione.
Le preoccupazioni degli italiani per la guerra: i numeri
I numeri del sondaggio realizzato in questi giorni nell’ambito del progetto «Osservatorio» di AreaStudi Legacoop e Ipsos parlano chiaro
- l’87 per cento, degli italiani dice che «tutti gli Stati dovrebbero porre fine ai programmi di modernizzazione delle armi nucleari».
- Il 94 per cento della popolazione si dice molto preoccupata per il conflitto in corso; la percentuale media di chi avverte un maggior timore (50 per cento) sale decisamente tra gli under 30 (62 per cento) e il ceto medio-basso (58 per cento).
- L’83% teme una seconda guerra fredda
- L’81% ha paura per un possibile danneggiamento delle centrali nucleari ucraine
- 4 italiani su 5 temono che qualche parte in gioco nel conflitto perda il controllo ed utilizzi armi chimiche o atomiche.
- Più della metà degli italiani teme rappresaglie missilistiche russe contro l’Italia e un terzo di dover inviare a combattere soldati italiani.
- Il 95% degli intervistati ha espresso forte preoccupazione per le ripercussioni dirette sulla economia italiana.
«Questa guerra così vicina a noi è ingiustificabile e inconcepibile – commenta Mauro Lusetti, presidente di Legacoop – per mesi abbiamo parlato della nuova normalità e mai avremmo pensato che dall’incertezza dovesse emergere una nuova guerra. Questo sconcerto è condiviso da tutte le italiane e gli italiani, in maniera anche più radicale di quanto immaginavamo. Il nostro Paese dimostra non solo di essere per la pace, contro la guerra e contro le armi, ma pure una grande consapevolezza delle complesse questioni in gioco. Sentiamo una forte vicinanza alle popolazioni coinvolte, e l’impegno fattivo nelle nostre comunità di questi giorni lo dimostra. Inoltre, le conseguenze dirette sull’Italia di questo conflitto sono evidenti: rischia di essere una bomba lanciata contro l’ingranaggio della ripresa economica. Il sentimento del nostro Paese è evidente: dopo la pandemia il mondo deve ripartire con la pace, non con la guerra».
Senza contare che dopo due anni di pandemia i più giovani, il futuro della società e dell’economia, vedono il loro futuro sotto una luce molto diversa, costantemente minacciato dall’imprevisto e questo rischia di spingerli a investire in esso sempre meno.
La situazione contingente e le difficoltà crescenti, i numeri economici sentiti in tv e le preoccupazioni oggettive stanno spingendo molte famiglie a ridurre i consumi e risparmiare di più (circa 4 su 10), mentre 1 italiano su 10 ha pensato di ritirare il proprio denaro dai conti correnti. È chiaro che la perdita del potere d’acquisto era già un rischio oggettivo con l’inflazione post pandemia, oggi un ulteriore spauracchio all’orizzonte fa temere una spirale stagflazionistica indotta dalla paura e dalla contrazione dei consumi.
Lo diciamo spesso: il panico è il peggior nemico dell'investitore. La tentazione di vendere oggi può rappresentare un errore di valutazione che porta benefici sono nel breve periodo. Per questo risparmiare di più deve significare non lasciare i soldi sul conto corrente, ma assicurarsi una rendita sicura per il futuro, che, ne siamo certi, potrebbe non essere così negativo come queste buie giornate possono farci pensare.
Come si sta comportando l’oro in tempi di guerra
Si comporta da bene rifugio, come sempre. Come abbiamo visto qualche giorno fa è quasi fisiologico che in momenti di grande crisi e paura le materie prime inizino dei rally al rialzo davvero potenti. E questo è ciò che sta facendo l’oro che, dai 1590$/oz del 7 febbraio, ha superato il 7 marzo i 2000$/oz, quotazioni che non si vedevano dall’agosto del 2020.
È solo l’inizio della corsa all’oro? È un movimento al rialzo temporaneo innescato dai venti di guerra?
Come, dove e quanto investire in oro oggi? Quanto è rischioso puntare tutto sui beni rifugio e quanto tenere le proprie posizioni sui mercati azionari, sulle obbligazioni o in altri asset? E i soldi sul conto corrente?
Vogliamo rispondere alle vostre domande. Per questo abbiamo deciso di dedicare a queste incertezze alcuni dei prossimi webinar Orovilla e di proporre ai nostri clienti e a tutti gli investitori consulenze gratuite per provare a dare un senso al caos finanziario e qualche buon consiglio.
L’oro deve essere sempre presente in un buon portafoglio di investimenti, ancora più se il tuo obiettivo è tutelare i tuoi risparmi. La vera differenza la fa la strategia.
PRENOTA UNA CONSULENZA GRATUITA
--
Per qualsiasi informazione non esitate a contattarci! I nostri consulenti sono sempre a vostra disposizione via e-mail (orovilla@orovilla.com) oppure telefonicamente al numero 02-8853215.