Martedì, 22 giugno

Gli equilibri di mercato e l’equilibrio del tuo portafoglio di investimenti

Il mercato in generale e il mercato azionario in particolare passano da un equilibrio all’altro. Uno stato di equilibrio apparente viene scosso da un evento e, con una sorta di resilienza, va alla ricerca di un nuovo equilibrio. Lo vediamo in particolare quando accadono eventi particolarmente destabilizzanti. Così come lo vediamo in geopolitica.

Lo stiamo verificando in questi giorni di intensi movimenti sul mercato azionario che hanno effetti in molte aree della nostra vita. Ne abbiamo parlato nell’Orovilla Talk di venerdì 18 giugno.

GUARDA L'OROVILLA TALK DEL 18 GIUGNO

Cosa si intende per equilibrio nel mercato azionario? Come funzionano i mercati finanziari?

Per comprendere l’andamento dei prezzi sui mercati finanziari è necessario partire dalla domanda (ossia la forza esercitata da chi acquista, definita anche pressione rialzista) e confrontarla con l’offerta (ossia la forza esercitata da chi vende, definita anche pressione ribassista).

Il prezzo che si forma in un certo istante sul mercato (che si può a tutti gli effetti definire prezzo di equilibrio) è il punto di incontro tra la domanda e l’offerta.

Questa situazione di sostanziale equilibrio tra compratori e venditori non è destinata tuttavia a durare a lungo: l’arrivo di notizie economico-finanziarie, un nuovo assetto geopolitico o notizie di politica estera, una modifica delle aspettative future da parte degli operatori modificano costantemente le condizioni.

Un aumento della domanda di  un titolo provoca una quasi istantanea salita dei prezzi. Questa salita si arresterà soltanto quando:

  • l'incremento del prezzo ridurrà la domanda e sempre meno acquirenti saranno disposti ad acquistare a prezzi più alti

  • quando sempre più venditori, vista la salita dei prezzi, saranno incentivati ad aumentare l'offerta.

Al contrario, se sul mercato si registra un aumento dell’offerta questo provoca una discesa dei prezzi. Questa flessione si arresterà soltanto quando

  • la riduzione del prezzo ridurrà la pressione ribassista (sempre meno venditori saranno disposti a vendere a prezzi più bassi)

  • farà aumentare la consistenza dei compratori (sempre più acquirenti saranno incentivati ad entrare sul mercato, facendo aumentare in questo modo la pressione rialzista).

Ogni movimento o pressione, rialzista o ribassista, tendono a cercare un nuovo punto di equilibrio in continuo mutamento.

Cosa ha mandato in frantumi la pressione rialzista e ha portato ad un nuovo equilibrio sui mercati?

Sono bastate poche parole del governatore della FED Jerome Powell per mandare nel panico i mercati e scuotere le fondamenta di quel rialzo ottimista che c’era stato nelle ultime settimane. Ma di cosa stiamo parlando?

Powell ha confermato la continuazione della politica espansiva, ma al tempo stesso ha indugiato molto sull’inflazione. Ancora una volta Powell ha ribadito che gradualmente l’offerta riuscirà ad adattarsi alla domanda e quindi l’inflazione è un fenomeno passeggero.

Contestualmente sono state però riviste le stime sull’inflazione che sono passate dal 2 al 3,4%, mentre i prezzi negli USA sono generalmente saliti in media del 5%. I governatori delle banche centrali non hanno dubbi: l’inflazione salirà anche nei prossimi anni.

La reazione dei mercati è stata fulminea. E preoccupante sul momento.

Il dollaro si è apprezzato in seguito all’aumento dei rendimenti obbligazionari, i mercati hanno subito un calo importante, l’oro ha pagato pegno, come tutti i metalli preziosi.

In questa fase di ricerca di un nuovo equilibrio cosa fanno gli investori?

C’è chi approfitta della buy opportunity. Ad esempio il calo drastico dell’oro e dei metalli preziosi è di fatto una buy opportunity. La sensazione, afferma Maurizio Mazziero, è che ci si trovi di fronte ad un eccesso e che un rimbalzo possa presto maturare. Di fatto questo non è un comportamento normale per l’oro che solitamente risente in maniera meno forte dei cambi di equilibrio.

C’è chi vende nel momento in cui subodora un periodo incerto e si prende il guadagno ottenuto dalle settimane precedenti.

Chi invece non vende e non compra ha 3 strade davanti a sé.

  • Può comprare oro, visto che questo è un momento particolarmente interessante in attesa del rimbalzo
  • Può comprare obbligazioni, il cui guadagno viene però eroso dall’inflazione come vediamo chiaramente dal grafico sottostante in cui Maurizio Mazziero ha simulato un investimento in BTP a 10 anni che vede un rendimento reale pesantemente negativo

Investimenti in BTP 10 anni

  • Può lasciare i soldi sul conto corrente. Di questo aspetto ne abbiamo già parlato diffusamente e lo sottolineano anche la Consob (la capacità risparmio elle famiglie italiane durante la pandemia è aumentata del 50%, ma il rendimento è stato prossimo allo zero; con un diverso investimento di quel denaro che garantisse anche solo l’1% di guadagno le famiglie avrebbero guadagnano complessivamente 30 miliardi, quasi il 2% del prodotto interno lordo) e la Commissione Europea, per la quale la quantità di liquidità ferma sui conti correnti rappresenta un problema cronico del sistema economico.

Perchè non devi lasciare i soldi sul conto corrente

L’oro porta equilibrio ai tuoi investimenti (e all’economia) e ti protegge dall’inflazione

In un mercato deflazionario quale quello con cui abbiamo convissuto negli ultimi anni, avere denaro fermo sul conto corrente poteva non essere, per il risparmiatore, un problema. Caso mai una mancata opportunità. Con le previsioni inflazionistiche che si susseguono invece è necessario iniziare a buttare giù un piano d’azione che permetta di proteggere il proprio capitale dall’inflazione, di ottenere un buon guadagno, di stimolare l’economia. Questo piano deve avere un equilibrio tra:

  • Liquidità
  • Investimenti in titoli azionari
  • Investimenti obbligazionari
  • Investimenti assicurativi
  • Oro fisico

Ma l’oro fisico come si comporterà nei prossimi anni?

Quante sono le possibilità, basandosi sullo storico e sull’analisi della situazione attuale, che l’oro nei prossimi anni mantenga un valore costante o addirittura diminuisca di valore?

Partiamo da una semplice riflessione e torniamo alle parole di Powell e alla politica espansiva degli ultimi mesi. L’economia è in crescita e questo è un fatto che non sarà destinato a cambiare nel breve periodo. D’altra parte le banche centrali hanno stampato banconote come se non ci fosse un domani. Ecco che torna in ballo l’equilibrio: per ritrovare un equilibrio stabile sarà necessario a breve che le banche centrali acquistino nuovo oro fisico per controllare il sistema monetario. E questo è solo uno degli aspetti che guideranno le quotazioni dei prossimi anni.

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L’oro resterà sempre il punto di riferimento delle politiche monetarie e questo ci fa ben sperare sulle quotazioni future del metallo giallo. Come se avessimo bisogno di conferme.

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