Recupero dell’oro da materiale elettrico ed elettronico

In una casa italiana ci sono 1 o 2 pc, a seconda delle necessità, quasi uno smartphone a testa, tv, elettrodomestici, una caldaia,… Ognuno di questi oggetti contiene componenti elettronici, schede, cavi che sfruttano l’altissima conducibilità elettrica dell’oro e degli altri metalli preziosi. Ognuno di noi ha in casa, letteralmente, un piccolo patrimonio di cui non era neppure a conoscenza.
Oltre a non poter utilizzare però questi metalli preziosi, quando uno di questi oggetti non funziona più e finisce in discarica, rischia di causare gravi danni ambientali se non viene smaltito correttamente. Si calcola che ogni anno il mondo produce oltre 50 milioni di tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE). Una quota in rapida crescita a causa dell’incessante innovazione tecnologica e dell’obsolescenza programmata che la alimenta, accorciando il ciclo di vita dei dispositivi elettronici.
È così che diverse aziende si sono lanciate in un business altamente redditizio: il recupero dell’oro riciclato da materiale elettrico ed elettronico. Un modo intelligente per salvaguardare l’ambiente da tonnellate di materiale che rischia di diventare un rifiuto troppo prezioso, sia per il costo effettivo del materiale contenuto, sia per i costi di smaltimento.
L'oro recuperato dai materiali elettrici ed elettronici è riutilizzabile, attraverso un procedimento di fusione, per dare vita a lingotti e gioielli, al pari di quello recuperato da vecchi gioielli, monili e lingotti.
Quindi esiste il modo di sfruttare questa miniera d’oro? Abbiamo trovato 3 esempi molto interessanti.
ROMEO, il metodo per estrarre oro da vecchi pc e cellulari made in Italy
L'ENEA (agenzia nazionale per le nuove tecnologie) ha brevettato un sistema per estrarre dai rifiuti elettrici ed elettronici i materiali preziosi. ROMEO (Recovery of Metals by hydrometallurgy) è un impianto pilota che si trova presso il Centro Ricerche Casaccia, a nord di Roma ed è brevettato dall’unità di Tecnologie ambientali dell’Enea.
Il processo è in grado di recuperare materiali preziosi da vecchi computer e cellulari attraverso un processo a “temperatura ambiente” e senza pretrattamento delle schede elettroniche, con una resa del 95% nell’estrazione di oro, argento, platino, palladio, rame, stagno e piombo da rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). Può avere luogo in piccoli impianti e non sono necessarie alte temperature e costosi impianti di fusione dei materiali di scarto.
La procedura idrometallurgica (che impiega solventi liquidi per ottenere la separazione dei metalli dal minerale; allo studio ci sono diverse sostanze che permettano un sempre minore impatto ambientale dei solventi) ha un altro vantaggio: riduce sensibilmente l'emissione di inquinanti nell'atmosfera, poiché completamente diversa rispetto alla fusione dei materiali nei grandi centri pirometallurgici (l’estrazione del metallo dai minerali avviene in questo caso con temperature superiori ai 1.000 °C; si tratta di un metodo ad alta intensità energetica, costoso e impattante, dal momento che rilascia composti organici come le diossine).
“I RAEE – come spiega Danilo Fontana, primo ricercatore del Laboratorio Tecnologie per il Riuso, il Riciclo, il Recupero e la valorizzazione di Rifiuti e Materiali di ENEA – rappresentano una fonte di materie prime che potrebbe affrancare il nostro Paese e l’Europa dalle importazioni provenienti da Cina, Africa e Sud America”.
Dal trattamento di 1 tonnellata di schede elettroniche è possibile infatti ricavare 129 chilogrammi di rame, 43 di stagno, 15 di piombo, 0,35 di argento e 0,24 di oro, per un valore complessivo di oltre 10 mila euro.
Canada: ricavare oro in 10 secondi dai rifiuti elettronici
I ricercatori dell’Università del Saskatchewan, in Canada, hanno trovato un sistema veloce, economico e rispettoso dell’ambiente per estrarre l’oro da apparecchiature elettriche ed elettroniche giunte a fine vita, senza pregiudicarne il recupero.
Il trucco è utilizzare una soluzione di acido acetico e un ossidante, che permette di sciogliere l’oro in appena 10 secondi e estrarlo dai circuiti stampati lasciando intatte le componenti in rame, nichel, ferro e altri metalli.
Gli scienziati ritengono che, a fronte di un processo estrattivo tradizionale, che costa 1.520 dollari per kg di oro, l’utilizzo dell’acido acetico abbatterebbe le spese fino a 66 dollari al kg.
Giappone: estrarre oro con carta riciclata
Un team di chimici giapponesi ha messo a punto un procedimento industriale che utilizza un impasto fatto di giornali vecchi e cloro come solvente per estrarre oro e altri metalli pregiati da computer, telefonini e apparecchiature elettroniche destinate alla discarica, senza ricorrere agli abituali additivi chimici, costosi ed inquinanti.
L'eco-gel si lega ai metalli preziosi contenuti nei circuiti recuperandone fino al 90%. È la struttura a pori della cellulosa a conferire all'impasto la sua caratteristica acchiappametalli: un chilogrammo di gel permette il recupero di 906 grammi di oro. Una volta rimossi i metalli, il gel può essere riutilizzato senza costi aggiuntivi o problemi di smaltimento.
Il procedimento ha un solo limite: rispetto ai processi tradizionali a base di solventi è molto più lento e questo potrebbe limitarne l'adozione su scala industriale.
Se è vero che le miniere si stanno esaurendo non ci resta che sperare che gli scienziati trovino un metodo sempre più efficiente per riciclare l’oro senza pregiudicarne la qualità.
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