Re Mida

Mida, re della Frigia, figlio di re Gordio (quello del famoso nodo tranciato da Alessandro) e della dea Cibele, è il protagonista di uno dei miti più conosciuti dell'antichità. La versione più nota della sua storia è quella del «Midas aureus», tramandata dal poeta romano Ovidio nelle sue «Metamorfosi» (XI, 85).

Si racconta che esisteva un anziano satiro di nome Sileno che era stato un tempo il precettore del dio Dioniso. Trovato a dormire nei giardini reali, venne portato al cospetto di re Mida che, avendolo riconosciuto, gli rese onore con dieci giorni di festeggiamenti.

Dioniso volle allora sdebitarsi del trattamento che Sileno aveva ricevuto e diede a Mida la possibilità di scegliere qualunque ricompensa desiderasse, il re allora chiese che tutto ciò che avesse toccato con il suo corpo si trasformasse in oro e così fu.

Ma appena il re provò a portare del cibo alla bocca, si accorse che anche questo si trasformava in metallo. «Divesque miserque» (ricco e miserabile) allo stesso tempo, supplicò allora il dio di liberarlo da quel dono diventato una maledizione e ancora una volta venne accontentato. Per farlo dovette immergersi nel fiume Pattolo (nell’odierna Turchia) e, da quel momento, furono le sue acque a trasportare oro, sotto forma di pepite, tanto che fu chiamato «Crisorroa» (fiume d’oro) essendo, in verità, ricco di sabbie aurifere.

Oggi sappiamo che Mida fu una figura realmente esistita, lo scrittore cristiano Eusebio di Cesarea, nel suo «Chronici Canones», indica per il regno di Mida un periodo compreso, indicativamente, tra il 740 ed il 695 a.C. ed il popolo frigio era noto per la maestria nell’arte della metallurgia, ma è davvero tutto oro quello che luccica?

Quando in Anatolia (Turchia) venne scoperta la tomba di re Gordio, padre di Mida, accompagnavano lo scheletro oggetti di metallo giallo che, successive analisi, stabilirono fosse solo ottone che, sappiamo, può avere davvero un colore dorato! Potrebbe essere che a ciò si debba la nascita del mito.

Sappiamo che nella mitologia Dioniso rappresenta tutto ciò che è istintivo, sensuale ed irrazionale, l’incontro con il desiderio smodato di ricchezza e di potere di Mida non poteva che portare all’autodistruzione.

«È davvero tremendo per chi vuole qualcosa al punto di non poterne fare a meno... se non ci riesce ad ottenerla è tremendo, ma quando la ottiene diventa certo ancora più̀ tremendo. Tutto questo io l’ho già̀ sentito. Sì, molto tempo fa. Ma dove è stato?» (dal film «Une histoire immortelle» di Orson Welles).

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