12 giugno: Giornata Mondiale contro lo Sfruttamento del Lavoro Minorile

Si calcola che nel mondo 160 milioni di bambini siano costretti al lavoro minorile, 10 milioni di questi sono schiavizzati. Il piano di sviluppo sostenibile dell’ONU punta ad eliminare ogni forma di schiavitù e di lavoro minorile entro il 2030, ma è possibile? Sicuramente si sono fatti dei passi avanti perché in 20 anni il numero dei bambini sfruttati è passato da 246 a 160 milioni. 

Ma non è abbastanza. Se i bambini sfruttati sono poco visibili, spesso quelli che lavorano nelle miniere rischiano di diventare invisibili. Ci sono bambini nelle miniere, nei campi, nei trasporti di merce con sulle spalle sacchi più grandi di loro. Gli schiavi veri e propri, che sono minacciati di morte se rifiutano il lavoro, sono bambini sfruttati per guadagnare soldi che non vedranno mai, a volte torturati o picchiati se rifiutano di scendere in miniera.

I bambini sfruttati nelle miniere (e non solo) e i nostri bambini

Martina ha 8 anni, ogni mattina si alza, fa colazione e va a scuola per 5 ore, poi torna a casa, mangia, gioca, fa  i compiti, guarda la tv, disegna, infine cena e va a letto presto. Aisha ha 8 anni, ma dorme solo poche ore per notte. Si alza presto, verso le 5, e va in miniera. Il suo compito non è duro come quello del fratello, che deve scendere nei pozzi e deve trasportare sacchi di diverse decine di kg ogni giorno più volte al giorno, fuori dalla miniera, Aisha però ha le mani piccole e lavora al setaccio. Per 12 ore al giorno, a volte di più. Non ha tempo di giocare, di disegnare, non va a scuola, mangia quando può e quando ce n’è.

I bambini nelle miniere sono ogni giorno a contatto con sostanze altamente tossiche come mercurio e cianuro, sviluppano malattie respiratorie e avvelenamento da mercurio. Spesso le ragazzine sono molestate e, oltre al trauma psicologico, rischiano di contrarre l’HIV e malattie sessualmente trasmissibili. Non hanno accesso a cure o medicine adeguate. I nostri bambini ogni giorno vanno a scuola e sono a contatto con amici e compagni. Si espongono a numerose malattie dell’infanzia e a virus come quello del raffreddore. Sono costantemente protetti e controllati, hanno accesso a cure e medicine. 

Ogni giorno bambini lavoratori dagli 8 ai 18 anni devono trasportare sacchi che pesano decine di kg, spesso più di loro, su e giù dai pozzi nelle miniere. Il minerale estratto contiene solo pochi grammi d’oro, ma poco importa, più ne portano alla superficie maggiore, gli è stato promesso, sarà il guadagno. I nostri figli ogni giorno vanno a scuola portando per una mezz’ora cartelle che pesano anche 12 kg. E noi compriamo loro zaini con le rotelle, gli facciamo fare movimento e rinforzare la schiena in formazione, cerchiamo di dividere con i compagni i libri da portare a scuola.

In Costa d’Avorio e Ghana i bambini che raccolgono semi di cacao guadagnano 78 centesimi di dollaro al giorno. In Congo lavorano a mani nude anche per 24 ore per 1€ al giorno, con il quale comprano una manciata di riso e qualche verdura da portare a casa a fine giornata. Da quando hanno pochi anni i bambini del mondo ricco guadagnano la loro paghetta, a volte più alta del salario di un bambino sfruttato, preparando la tavola, svuotando la lavastoviglie o portando fuori il cane. Fino a 16 anni in Italia non possono essere assunti, devono essere assicurati, non possono fare lavori pesanti o oltre un certo orario e hanno gli stessi diritti e lo stesso salario minimo di un adulto.

Ci preoccupiamo che i nostri figli mangiano troppi dolci, cibi confezionati, bevono coca cola e bevande gassate davanti alla tv, assumono poche fibre e disdegnano frutta e verdura, sono dipendenti dai loro smartphone e assuefatti da videogiochi violenti. I bambini sfruttati nelle miniere semplicemente non assumono abbastanza cibo. Non solo, resistono alla fatica abusando di alcol, cannabis, anfetamine e carburanti per aerei da sniffare per sopportare una vita a cui non resisterebbe neppure un adulto.

Il lavoro minorile nelle miniere si può combattere

È vero, il paragone è impietoso e non possiamo farci una colpa di essere nati nell’emisfero più fortunato della Terra. Ma è anche vero che possiamo fare qualcosa.

Possiamo scegliere. Possiamo partire da questo. Possiamo scegliere di acquistare oro, metalli, materie prime solo da aziende che tutelano i minori, che rispettano i lavoratori e i loro diritti. Possiamo scegliere di commerciare solo materie prime provenienti da miniere certificate.

Lo sfruttamento del lavoro minorile è una piaga nel settore minerario difficile da guarire, ma non impossibile. Noi di Orovilla abbiamo fatto una scelta consapevole: acquistare e vendere solo oro etico. La consapevolezza delle nostre scelte, come aziende e come consumatori è alla base di un possibile cambio di rotta.

Orovilla è membro RJC per un oro sostenibile, innovazione e rispetto per l'ambiente e le persone. Il Code of Practice RJC è un regolamento che affronta argomenti importanti come ambiente, impatto, pratiche minerarie, ma anche diritti umani e del lavoro.

Nello specifico un capitolo del Code of Practice delinea le linee guida per il lavoro minorile e minori. I membri RJC non supportano in alcun modo le miniere che sfruttano il lavoro dei bambini. Quando accade che venga scoperto un abuso o sfruttamento di bambini i membri hanno il dovere morale di offrire adeguato supporto alle famiglie per permettere loro di frequentare e restare a scuola finché non saranno più Bambini. Poiché però in molti paesi la sussistenza della gran parte delle famiglie dipende anche dai figli non ancora maggiorenni che possono permettersi di andare a lavorare, i membri devono assicurare ai giovani minorenni un adeguato numero di ore di riposo, adeguata scolarizzazione, un salario accettabile e l’impiego in lavorazioni che non mettano in pericolo la loro salute.

Scopri di più sull'oro sostenibile e RJC

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