Venerdì, 29 luglio

Miniere d’oro italiane: visite per moderni cercatori d’oro

Nelle viscere del Monte Rosa (nelle valli d’Ayas, di Macugnaga e di Alagna) esiste il più grande comprensorio aurifero italiano. Un luogo incredibile dal punto di vista naturale che ha molto da raccontare sulla storia mineraria del nostro paese.

La storia millenaria delle miniere d’oro nel territorio piemontese

Questo enorme giacimento territoriale si è formato durante l’orogenesi alpina, circa 30 milioni di anni fa, durante l’Oligocene quando, nelle viscere della Terra, è avvenuto lo scontro tra la placca europea e quella africana. In questo contesto metamorfico, dove le rocce sono sottoposte ad elevate pressioni e temperature, vengono liberati dei fluidi che hanno la capacità di convogliare le minuscole particelle d’oro e di incanalarle lungo fratture e faglie fino a formare i cosiddetti filoni.

Nelle miniere piemontesi l’oro si trova in questi filoni, corpi verticali dello spessore di qualche decimetro fino, eccezionalmente, a qualche metro.

Nei secoli scorsi difficilmente era possibile costruire trincee di oltre 2/3 m di profondità, per cui l’unico modo per poter accedere al filone era quello di scavare una galleria ortogonale e rimuovere il materiale su più livelli scavando, 30 cm al giorno, con martello e scalpello, chilometri di gallerie: la miniera della Guia a Fornarelli (Macugnaga) presenta 11 piani di estrazione, 12 km di gallerie realizzate in ben 250 anni (dal 1710 fino al 1945).

E i minatori pagavano a caro prezzo, con la silicosi, la “coltivazione” di una miniera: la Valle Anzasca, nel territorio di Macugnaga ad esempio, a est del massiccio del Monte Rosa, era chiamata la “Valle delle Vedove”!

I primi a ricavare l’oro, secondo Plinio, sarebbero stati i romani. Si fa cenno all’attività mineraria nella zona di Macugnaga inoltre in un documento del 1291 dove venivano citati «homines argentarii» (così erano chiamati i minatori perché l’oro veniva estratto tramite il mercurio, ovvero l’ ”Argentum Vivum”).

Le miniere vennero date successivamente in concessione ai Borromeo nel 1463 da Francesco Sforza e l’atto confermato nel 1481 da Galeazzo Maria Sforza. Questo fino al 1859, quando fu stabilita la definitiva proprietà statale delle miniere.

Le Miniere d’oro italiane dal XX secolo ad oggi

La loro redditività, per quanto riguarda le sei attive a Pestarena, risultava di 142 kg di oro all’anno.

Lo sfruttamento venne poi concesso alla società inglese «Pestarena United Gold Mining Company Limited» che, utilizzando moderni macchinari, portò la resa a 305 kg. Negli anni 1894-1900 queste miniere rappresentavano il complesso aurifero più importante d’Europa (Russia esclusa).

Nel 1948, con la società «A.M.M.I.» (Azienda Minerali Metallici Italiani) si raggiunsero i 580 kg d’oro estratti.

Ma nel 1961, per diversi motivi, l’estrazione non fu più economicamente sostenibile e fu dunque deciso di chiudere definitivamente le miniere e di smantellare gli impianti.

Ora la società «Cresta Minerals Italy» di Torino, ha ottenuto dalla Regione Piemonte il permesso per continuare la ricerca di oro, argento e altri metalli nella zona di Macugnaga. Alla fine delle prospezioni deciderà se sarà conveniente o meno ricominciare ad estrarre oro.

Ma se qualcuno volesse cimentarsi nella ricerca di qualche pepita potrebbe sempre rivolgersi all’ «Associazione Biellese Cercatori d’Oro».

L’Associazione acquistò anni fa un terreno dal quale già gli antichi romani fa estraevano l’oro, Victimula, nella «Riserva Naturale Speciale della Bessa». Qui ogni anno l’Associazione organizza le gare del Campionato Italiano. Nello stesso luogo alcuni anni fa si era svolta la 33° edizione del «Campionato Mondiale dei Cercatori d’oro» sotto l’egida del «World Goldpanning Association» con la partecipazione di cercatori provenienti da ben 23 paesi.

E comunque si può sempre visitare una miniera d’oro recandosi a Fornarelli, la località in cui si trova la Miniera della Guia, l’unica aperta al pubblico in Valle Anzasca e la prima visitabile in Italia. E qui vi troverete a camminare 127 m sotto il Lago delle Fate!

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