Urban mining: il recupero dell’oro e dei metalli preziosi

Quando compri uno smartphone non lo sai, ma hai acquistato un piccolo gioiello composto di materiali più o meno preziosi, che contribuisce ad ampliare la più grande miniera di metalli preziosi e terre rare del pianeta: quella delle discariche. Uno smartphone infatti contiene rame, ferro, cobalto e litio, ma anche oro e argento. Il 96% dei materiali che contiene può essere recuperato e ognuno di noi ne possiede almeno 2 in qualche cassetto della propria casa.
A quanto ammonta la ricchezza contenuta negli smartphone? Metalli preziosi e terre rare in numeri
Un cellulare contiene un numero incredibile di materiali. Circa il 48% è costituito di plastiche, che possono essere riciclate, il restante 52% rappresenta tutti i componenti interni al dispositivo in cui possiamo trovare argento (da riutilizzare per la produzione di pomate, gioielli), rame (col quale si possono produrre asciugacapelli, pezzi di automobili, cavi elettrici), piombo, ferro (da riutilizzare nell’industria siderurgica), cobalto (che può essere adoperato per fare nuove batterie), cromo, platino, cadmio, oro, alluminio, stagno, nichel, cerio e lantanio che servono a realizzare apparecchiature high-tech.
In totale all’interno di un telefonino possiamo trovare minerali e metalli, elementi e derivati, che sono stati estratti e lavorati con gravi danni sull’ecosistema e sulla salute umana.
Secondo uno studio di E-waste Lab di Remedia, in collaborazione con il Politecnico di Milano ogni cellulare contiene: 9 grammi di rame, 11 grammi di ferro, 250 milligrammi di argento, 35 milligrammi di oro, 9 milligrammi di palladio, 65 grammi di plastica, 1 grammo di terre rare. La batteria a litio del cellulare, invece, contiene a sua volta 3,5 grammi di cobalto e 1 grammo di terre rare.
A livello globale, sono 5,9 miliardi le persone che hanno un telefonino, per il 70% si tratta di smartphone, ai quali dobbiamo aggiungere tutti i telefonini di vecchia generazione e gli smartphone che sono già finiti nelle discariche negli ultimi 3 decenni. Considerando però solamente i 4 miliardi di cellulari di ultima generazione attualmente utilizzati, il calcolo è presto fatto.
Nelle nostre tasche, borse, zaini circolano 360mila tonnellate di rame, 440mila tonnellate di ferro, 10mila tonnellate di argento, 1400 tonnellate d’oro, 360 tonnellate di palladio, 40mila tonnellate di terre rare.
Una tonnellata di schede elettroniche da telefoni a fine vita contiene in media 276 g di oro, 345 g di argento, 132 kg di rame; se si considerano poi altri componenti, come magneti e antenne integrate ad esempio, l’elenco si allunga con le terre rare (quali ad esempio neodimio, praseodimio e disprosio) che possono raggiungere 2,7 kg per tonnellata di smartphone.
Vista l’obsolescenza programmata la stragrande maggioranza degli smartphone attualmente in circolazione finirà nelle discariche nei prossimi 2 o 3 anni. Solo in Italia nel 2020 abbiamo superato le 78mila tonnellate di rifiuti RAEE (+7,68% rispetto all’anno precedente). Una vera miniera di ricchezze da recuperare a cui dobbiamo aggiungere computer, televisori e apparecchiature che contengono componenti elettronici.
Urban mining: le tecnologie più avanzate per recuperare oro e metalli preziosi dai rifiuti elettronici
Urban mining sono tutte quelle attività che permettono di riciclare i metalli contenuti nei rifiuti RAEE, recuperandoli e riutilizzandoli per la produzione di altri oggetti o dispositivi. Ciò che ha sempre impedito un reale sviluppo di questo settore del riciclo è il fatto che si tratta spesso di processi lunghi e costosi, quindi poco remunerativi. Recenti scoperte e nuove tecnologie però sembrano dare speranza affinché, nel breve futuro, tali processi possano diventare più accessibili.
D’altra parte quale altra scelta abbiamo? L’economia lineare per come è sempre stata concepita è ad oggi palesemente insostenibile a livello ambientale.
Grazie a quella che viene definita economia circolare, applicata al settore minerario, il prodotto viene recuperato e riutilizzato. I metalli preziosi vengono raccolti e trasformati in materie di valore, pronte a rientrare nella produzione. Un ciclo virtuoso, quindi, senza un inizio e una fine, senza sprechi né scarti e senza i danni che l’estrazione mineraria porta con sè. Al pari dell’estrazione e della raffinazione, il successivo smaltimento dei rifiuti prodotti dalle attività minerarie è un processo estremamente pericoloso
“Grazie alle tecnologie attuali è possibile riciclare oltre il 96% di questi dispositivi elettronici – fa sapere l’Enea, che ha attivato in Italia il progetto Portent per il recupero di materiali e metalli di alto valore da telefoni cellulari a fine vita – recuperando quantità significative di metalli preziosi con gradi di purezza elevati. Questo permetterebbe di evitare il depauperamento delle risorse naturali e l’approvvigionamento di alcune di queste materie prime critiche presenti prevalentemente in Paesi politicamente instabili”.
L’obiettivo è utilizzare tecnologie idrometallurgiche (alternative alla pirometallurgia) perché garantiscono bassi consumi energetici (si opera a temperatura ambiente), ridotte emissioni, modularità degli impianti e flessibilità di impiego.
Una volta concluso il progetto, i risultati della ricerca saranno trasferiti al tessuto imprenditoriale sia per l’innovazione tecnologica dei processi industriali sia per lo sviluppo di nuove competenze professionali qualificate. “L’obiettivo, infatti, è quello di contribuire alla crescita dell’economica locale e nazionale e alla riduzione dell’impatto ambientale di questa tipologia di rifiuti che, grazie al recupero dei materiali in essi contenuti, diventeranno fonte di materie prime seconde per nuovi prodotti tecnologici”.
Cosa possiamo fare oggi come consumatori: l’oro etico per proteggere risparmi e ambiente
La scelta di acquistare prodotti in oro che siano sostenibile è un dovere dei consumatori, come è un dovere di produttori e intermediari offrire tali prodotti.
Come abbiamo visto in un precedente articolo, l'oro riciclato ha certamente un impatto ambientale futuro notevolmente ridotto: volte inoltre l’oro riciclato semplicemente si ricava da oro NON etico, il che contribuisce all’inquinamento, alla carenza di sicurezza sul lavoro e alla povertà.
Ciò che fa veramente la differenza è fare in modo che l'oro venga estratto in modo sostenibile. E ciò può accadere solo quando parliamo di oro etico, in armonia con l'ecosistema e nel rispetto delle comunità e dei lavoratori coinvolti.
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